Milioni di lavoratori colpiti da stress nell’ ambiente di lavoro

Una Relazione dell’ Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro

Accertato che l’ esperienza dello stress nell’ ambiente di lavoro ha conseguenze nocive per la salute dei lavoratori, l’ Agenzia europea ha commissionato una relazione per valutare la situazione.Tale relazione esamina la natura, le cause, l’ entità e la gestione dello stress. Concentrandosi sull’ ambiente di lavoro, la relazione prende in considerazione i suoi effetti sia sul singolo lavoratore che sull’ azienda, offrendo un “caso aziendale” per la gestione dello stress. La relazione propone un approccio pratico per affrontare lo stress sul lavoro ed evidenzia un certo numero di aree in cui è necessaria la ricerca per aumentare la nostra capacità di gestirlo. Nella introduzione alla relazione si legge che è stato dimostrato che lo stress legato al lavoro colpisce milioni di lavoratori europei. Per esempio, nella ricerca Working Conditions ( Condizioni di lavoro) pubblicata nel 1996 dalla Fondazione europea, il 28% dei lavoratori dell’ Unione europea riferivano di disturbi legati allo stress ( il secondo problema più diffuso dopo il mal di schiena con il 30%). Questo equivale a circa 41 milioni di lavoratori dell’ UE colpiti ogni anno da stress legato all’ attività lavorativa e significa molti milioni di giorni di lavoro persi ( per tutte le cause sanitarie legate all’ ambiente di lavoro vengono persi ogni anno circa 600 milioni di giorni di lavoro in tutta l’ UE ). E’ questo un grosso problema di preoccupazione e di sfida – scrive l’ Agenzia – non solo a causa degli effetti sulla salute dei singoli lavoratori, ma anche a causa dei costi o dell’ impatto economico sulle aziende e dei costi sociali per i paesi europei. Mentre per i nostri utenti riportiamo la sintesi della relazione dell’ Agenzia, informiamo che il testo completo della stessa relazione ( in lingua inglese) è disponibile sul sito web dell’ Agenzia.
E’ doveroso segnalare che la relazione è stata redatta per conto dell’ Agenzia dal prof.Tom Cox CBE, dalla dottoressa Amanda Griffiths e da Eusebio Rial-Gonzalez dell’ Intitute of Work, Health and Organisations (I-WHO) dell’ Università di Nottingham, Regno Unito.

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