Ministero Ambiente: Italia soddisfatta dell’esito della COP22

Il Ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, rientrato dal Marocco, si è mostrato soddisfatto dell’esito della Conferenza sul clima e ha affermato che a Marrakech è stato ribadito con forza e nei fatti che dall’accordo di Parigi non si torna indietro.

“L’Italia e’ molto soddisfatta dell’esito della Cop22 di Marrakech: tutto procede secondo la strada tracciata a Parigi, senza tentennamenti ma con un piano operativo stringente sul rispetto degli impegni presi”.
Lo afferma Gian Luca Galletti, ministro dell’ambiente, rientrato dalla Conferenza sul clima che si e’ svolta in Marocco.
“I Paesi del mondo – spiega il ministro – erano chiamati a lavorare sulle regole di trasparenza e del monitoraggio: su queste direttrici si e’ registrato un senso di responsabilità comune, cui ora occorre dar seguito”.
“Dall’accordo di Parigi – conclude Galletti – non si torna indietro e a Marrakech questo è stato ribadito con forza e nei fatti”.

Il discorso integrale del ministro all’assemblea plenaria a Marrakech

Desidero innanzitutto ringraziare la Presidenza Marocchina della COP 22 per aver organizzato questo incontro che ci offre l’occasione di proseguire il comune cammino che abbiamo tracciato a Parigi.
Da quel giorno l’impegno nella nostra quotidiana lotta ai cambiamenti climatici continua e si rafforza, la prova tangibile è che dopo solo 11 mesi dalla firma l’intesa è già entrata in vigore, e oggi qui a Marrakech, si celebra la prima Conferenza delle Parti dell’Accordo di Parigi.

E accanto ai governi esiste una moltitudine di attori non statali che ha segnalato a Parigi la volontà di essere parte attiva di questa partita. Il loro slancio ha contribuito a generare e alimentare una varietà di iniziative che attraversa tutti settori della società e dell’economia, determinando un fenomeno non solo significativo in termini di dimensioni ma concreto in termini di risultati.

Il 2015 è stato veramente un anno di svolta. Abbiamo adottato a New York una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030, tra cui alcuni fortemente legati ai cambiamenti climatici, saldando insieme l’azione a favore del clima, il sostegno alla crescita economica, la cura degli aspetti sociali e ambientali a livello globale. La successiva adozione dell’Accordo di Parigi ha definitivamente cristallizzato un’architettura in materia di clima che punta a limitare la crescita della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre – industriali e assicurare al contempo uno sviluppo delle nostre economie che miri a ridurre le vulnerabilità soprattutto nelle aree più povere del pianeta.

Ma il 2015 è stato anche l’anno in cui l’organizzazione meteorologica mondiale ha comunicato che è stato stabilmente superato il limite di 400 parti di C02 per milione nell’atmosfera. E’ una soglia scientifica, ma anche psicologica, che ci indica che il tempo è scaduto e che dobbiamo proseguire con la massima determinazione nell’attuazione e nell’incremento degli obiettivi di Parigi se intendiamo affrontare credibilmente il surriscaldamento globale.

L’Italia, lo dico con forza, vuole affermare davanti a tutte le Nazioni del mondo che indietro non si torna. Abbiamo avviato un processo che è irreversibile. Ce lo chiedono i cittadini di tutto il mondo, ce lo chiede l’economia globale. Siamo convinti che una nuova economia a misura d’uomo è più forte e produce più posti di lavoro. Molte imprese e molte esperienze italiane lo dimostrano, già oggi in Italia il 40% dell’energia elettrica prodotta è rinnovabile. Ma vogliamo fare di più; davanti a queste sfide, l’Italia è pronta a dare come sempre il suo contributo e a lavorare con i partner che dispongono di minori capacità e risorse o che sono più vulnerabili ai mutamenti del clima, come i nostri amici dell’Africa o delle Piccole isole.

E i nostri sforzi non saranno limitati alle attività di cooperazione internazionale. Sarà infatti nostro preciso impegno quello di portare la sfida avanti la sfida di Parigi e lo faremo inserendo all’ordine del giorno del tavolo del G7, che presiederemo nel 2017, proprio la lotta ai cambiamenti climatici.

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