Ministero della Salute: la tutela dal fumo passivo negli spazi confinati

Sul sito del Ministero della Salute è stato pubblicato un documento relativo alla tutela dal fumo passivo negli spazi confinati o aperti non regolamentati dalla Legge 3/2003 art.51 (Legge Sirchia) e successive modificazioni.

L’esposizione al fumo passivo è un problema mondiale ed è considerato un fattore di rischio per la salute, in particolare per le donne in gravidanza e per i bambini. Il documento curato dal Ministero della Salute riassume i dati attuali relativi ai danni da fumo passivo, passa in rassegna le attuali normative e buone pratiche nazionali e internazionali relative al fumo in ambienti indoor e spazi aperti e si conclude con una serie di proposte operative per favorire la diffusione delle conoscenze sul fumo passivo come fattore di rischio per la salute e per fornire raccomandazioni volte a rafforzare la protezione dal fumo passivo in ambienti aperti e in particolari ambienti confinati.

La prevenzione e la cura del tabagismo, primo fattore di rischio delle malattie croniche non trasmissibili, sono essenziali per promuovere e tutelare la salute pubblica e richiedono lo sviluppo di politiche ed interventi, anche in ambiti diversi da quello strettamente sanitario, con l’obiettivo di attuare misure efficaci (interventi normativi, attività di educazione e promozione della salute, sviluppo di metodologie e farmaci per favorire la cessazione) per diminuire i consumi di prodotti del tabacco, ridurre la prevalenza dei fumatori e, quindi, delle malattie croniche fumo correlate.

L’attuazione di misure efficaci è un obiettivo intersettoriale che può essere raggiunto solo attraverso strategie e politiche condivise tra vari Ministeri e Regioni e integrate con quelle dell’Unione Europea (UE) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
L’OMS, con il Piano di Azione Globale 2014-2020 per il controllo delle malattie croniche non trasmissibili, ha previsto l’obiettivo finale della riduzione del 25% della mortalità precoce per le malattie non trasmissibili entro il 2025; per raggiungere questo scopo gli Stati membri, tra cui l’Italia, si sono impegnati, tra l’altro, a ridurre la prevalenza dei fumatori del 30% entro il 2025.

Attraverso documenti programmatici (Guadagnare salute) e piani nazionali (Piano Nazionale della Prevenzione) l’Italia ha rafforzato le azioni volte alla promozione di stili di vita sani ed al controllo del tabagismo. Secondo l’approccio intersettoriale di “Guadagnare salute”, il Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 impegna tutte le Regioni italiane a ridurre la prevalenza dei fumatori del 10% entro il 2018 (contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo previsto dall’OMS), attraverso l’attivazione di interventi di promozione della salute con approccio trasversale ai determinanti, per ciclo di vita e setting (scuole, ambienti di lavoro, comunità locali, servizio sanitario).

A livello legislativo con l’articolo 51 “Tutela della salute dei non fumatori” della Legge 3/2003 l’Italia è stata il primo grande paese Europeo ad introdurre la regolamentazione del fumo in tutti i luoghi chiusi pubblici e privati – compresi i luoghi di lavoro e le strutture del settore dell’ospitalità.
Questa legge è una delle più conosciute ed apprezzate dai cittadini italiani; infatti, secondo i dati del sistema di sorveglianza nazionale PASSI sulla popolazione tra i 18 e i 69 anni, il 95% degli Italiani la ritiene utile e oltre il 90% pensa che sia rispettata. Questo dato è confermato dai risultati degli oltre 44.000 controlli, effettuati dal 2005 al 2016 dal Corpo dei Carabinieri per la Salute (NAS), che solo nel 2% dei casi hanno evidenziato un mancato rispetto della norma. L’Italia ha rafforzato, con la legge n. 75 del 18 marzo 2008, che ratifica la Convenzione Quadro OMS per il controllo del tabacco (World Health Organization – Framework Convention on Tobacco Control, WHO-FCTC), l’impegno nazionale per la prevenzione e il controllo del tabagismo.

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