Estato approvato il 15 novembre 2007 ad ampia maggioranza (99 paesi a favore, 52 contrari e 33 astenuti) il testo della risoluzione per la moratoria della pena capitale nel mondo, dalla Terza Commissione dellAssemblea Generale dellONU.
Si tratta di un passo decisivo verso ladozione definitiva della risoluzione da parte dellAssemblea Generale, che dovrebbe avvenire nella prima metà di dicembre.
LItalia conferma di essere in prima linea nel mondo in materia di tutela dei diritti umani. La lotta contro la pena di morte a li vello internazionale è infatti uno dei temi prioritari della nostra politica estera, che vede impegnati Governo, Istituzioni, forze politico-parlamentari e organizzazioni non governative in una campagna convinta e tenace che ha ora prodotto un primo, rilevante risultato.
Un ruolo fondamentale è stato svolto, altresì, dalla società civile italiana, che ha ispirato e sostenuto questa campagna, contribuendo a mantenere elevata, in questi mesi, lattenzione internazionale sulla questione della pena di morte e di una moratoria universale delle esecuzioni.
Il percorso della moratoria della pena di morte si può così sintetizzare:
La Carta dei diritti fondamentali proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 ed inserita nella parte II del Trattato sullUnione Europea, firmato a Roma il 29 ottobre 2004 -, prevede che nessuno possa essere condannato alla pena di morte né giustiziato (articolo 2), e che nessuno possa essere a,allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esista il rischio di essere sottoposti alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti (articolo 19); e che il 14 maggio 2007, a Bruxelles, i Ministri degli Esteri dellUE avevano conferito allItalia e alla presidenza di turno dellUE, affidata alla Germania, il compito di preparare il testo della risoluzione per una moratoria universale della pena di morte da presentare allAssemblea generale dellONU.
Nonostante siano falliti i tentativi effettuati nel 1994 e nel 1999 presso lAssemblea Generale dellONU, lItalia è tuttavia riuscita ad ottenere, dal 1999 fino al 2005, lapprovazione ogni anno, sempre per iniziative dellUE, di una risoluzione su questo tema da parte della Commissione dei Diritti dellUomo della Nazioni Unite.
Grazie alla pressante azione dellItalia fu presentata allAssemblea Generale delle Nazioni Unite, il 20 dicembre 2006, una Dichiarazione sulla pena di morte predisposta dallUE (vedi link), sottoscritta da 85 Paesi membri.
Inoltre il 13 aprile 2007, il Consiglio dei Ministri ha dato mandato al Ministro degli Affari Esteri di avanzare al Consiglio degli Affari generali dellUE la proposta per labolizione della pena di morte e la contestuale moratoria, da presentare poi allONU.
Un nuova risoluzione a sostegno di una moratoria universale della pena di morte è stata approvata il 26 aprile 2007(vedi link) dal Parlamento europeo, che ha invitato la Presidenza tedesca a presentarla con urgenza allassemblea generale delle Nazioni Unite.
LAssemblea di Strasburgo ha inoltre annunciato la partecipazione alla Campagna mondiale contro la pena di morte, invitando tutte le istituzioni dellUE ed il Consiglio dEuropa a proclamare, a partire dal 2007, il 1° ottobre quale Giornata europea contro la pena di morte.
(LG-FF)
LItalia conferma di essere in prima linea nel mondo in materia di tutela dei diritti umani. La lotta contro la pena di morte a li vello internazionale è infatti uno dei temi prioritari della nostra politica estera, che vede impegnati Governo, Istituzioni, forze politico-parlamentari e organizzazioni non governative in una campagna convinta e tenace che ha ora prodotto un primo, rilevante risultato.
Un ruolo fondamentale è stato svolto, altresì, dalla società civile italiana, che ha ispirato e sostenuto questa campagna, contribuendo a mantenere elevata, in questi mesi, lattenzione internazionale sulla questione della pena di morte e di una moratoria universale delle esecuzioni.
Il percorso della moratoria della pena di morte si può così sintetizzare:
La Carta dei diritti fondamentali proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 ed inserita nella parte II del Trattato sullUnione Europea, firmato a Roma il 29 ottobre 2004 -, prevede che nessuno possa essere condannato alla pena di morte né giustiziato (articolo 2), e che nessuno possa essere a,allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esista il rischio di essere sottoposti alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti (articolo 19); e che il 14 maggio 2007, a Bruxelles, i Ministri degli Esteri dellUE avevano conferito allItalia e alla presidenza di turno dellUE, affidata alla Germania, il compito di preparare il testo della risoluzione per una moratoria universale della pena di morte da presentare allAssemblea generale dellONU.
Nonostante siano falliti i tentativi effettuati nel 1994 e nel 1999 presso lAssemblea Generale dellONU, lItalia è tuttavia riuscita ad ottenere, dal 1999 fino al 2005, lapprovazione ogni anno, sempre per iniziative dellUE, di una risoluzione su questo tema da parte della Commissione dei Diritti dellUomo della Nazioni Unite.
Grazie alla pressante azione dellItalia fu presentata allAssemblea Generale delle Nazioni Unite, il 20 dicembre 2006, una Dichiarazione sulla pena di morte predisposta dallUE (vedi link), sottoscritta da 85 Paesi membri.
Inoltre il 13 aprile 2007, il Consiglio dei Ministri ha dato mandato al Ministro degli Affari Esteri di avanzare al Consiglio degli Affari generali dellUE la proposta per labolizione della pena di morte e la contestuale moratoria, da presentare poi allONU.
Un nuova risoluzione a sostegno di una moratoria universale della pena di morte è stata approvata il 26 aprile 2007(vedi link) dal Parlamento europeo, che ha invitato la Presidenza tedesca a presentarla con urgenza allassemblea generale delle Nazioni Unite.
LAssemblea di Strasburgo ha inoltre annunciato la partecipazione alla Campagna mondiale contro la pena di morte, invitando tutte le istituzioni dellUE ed il Consiglio dEuropa a proclamare, a partire dal 2007, il 1° ottobre quale Giornata europea contro la pena di morte.
(LG-FF)
Fonte: Commissione Europea
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