Multilinguismo, i risultati dell’ultimo Eurobarometro

Tra il 5 novembre e il 7 dicembre 2005, 28.694 cittadini di 25 paesi dell’UE sono stati interrogati nell’ambito di un sondaggio Eurobarometro – che riportiamo nel link –sulle loro esperienze e la loro percezione del bilinguismo. Oggi, l’UE è multilingue sia nel senso che al suo interno si parlano numerose lingue materne sia nel senso che una parte consistente dei suoi cittadini parla più lingue.

Secondo il sondaggio Eurobarometro (Europeans and thetr languages) svolto nei 25 paesi dell’UE, più Bulgaria, Romania, Croazia e Turchia, non sorprende che la lingua materna della maggior parte degli europei sia una delle lingue di Stato del loro paese. Tuttavia, in ogni oggetto di indagine esiste una minoranza che ha come madrelingua una lingua ufficiale dell’UE diversa da quella di Stato oppure una lingua non europea. Ad esempio, il 14% degli intervistati in Lussemburgo afferma di parlare una lingua dell’UE diversa da una delle 3 lingue di Stato.
Riguardo alle lingue non UE, in Lettonia ed Estonia una parte rilevante di cittadini è di madrelingua russa, per comprensibili motivi storici e geografici. La lingua materna di alcuni cittadini UE, infine, è la lingua del proprio paese extracomunitario, Ciò si osserva in paese mete tradizionali di forti flussi migratori come Germania, Francia e Regno Unito.
Il 56% dei cittadini degli Stati membri dell’UE è in grado di conversare in una lingua diversa dalla propria. Il 28% dei dichiaranti afferma di parlare 2 lingue straniere in maniera sufficiente da sostenere una conversazione. L’11% dei dichiaranti afferma di padroneggiare almeno 3 lingue oltre la madrelingua.
D’altra parte – si legge nel sondaggio – quasi la metà dei dichiaranti (44%) ammette di non conoscere alcun’altra lingua oltre la madrelingua.Appartiene a tale gruppo la maggioranza dei cittadini in 6 Stati membri: Irlanda (66%), Regno Unito (62%), Italia (59%), Ungheria (58%), Portogallo (58%)e Spagna (56%). L’inglese resta la lingua straniera più diffusa in Europa. Il 38% dei cittadini UE afferma di conoscerla a sufficienza da poter conversare.
Il 14% degli europei afferma di conoscere oltre alla madrelingua il francese o il tedesco. Lo spagnolo e il russo completano il gruppo delle lingue più note, madrelingua esclusa: il 6% dei cittadini europei conosce una delle due. In conclusione , non sorprende che le lingue di Stato degli Stati membri più popolati siano le madrelingue più diffuse nell’UE: il tedesco è la più parlata (18%).
Va però precisato – si legge nel sondaggio – che le competenze linguistiche non sono distribuite in modo uniforme né dal punto di vista geografico né da quello socio-demografico. Esistono capacità linguistiche di buon livello negli Stati membri relativamente piccoli con più lingue di Stato, madrelingue meno usate per “scambi linguistici” con i paesi limitrofi.
L’europeo tipico “multilingue” è giovane, istruito, o ancora studente, nato in un paese diverso da quello di residenza, usa le lingue per motivi professionali ed è motivato ad apprendere. Sembra perciò che gran parte della società europea non goda dei vantaggi del multilinguismo. Inoltre, i cittadini UE non sono molto motivati a imparare le lingue: solo 1 europeo su 5 studia attivamente una lingua, ha recentemente migliorato le proprie abilità linguistiche o intende farlo entro i prossimi 12 mesi, ovvero entro la fine del 2006.

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