Nei cantieri edili della Svizzera i lavoratori trattati come schiavi

Il titolare di un’importante ditta di ponteggi elvetica denuncia dalle pagine di un giornale la diffusione a macchia d’olio di un sistema di subappalti in nero che ha provocato il crollo dei salari, spinto molti operai ad accettare condizioni di lavoro proibitive e costretto diverse imprese oneste a chiudere perché incapaci di reggere questa concorrenza sleale.

Nei cantieri edili della Svizzera i lavoratori trattati come schiavi”.

Il titolare di un’importante ditta di ponteggi elvetica denuncia dalle pagine di un giornale la diffusione a macchia d’olio di un sistema di subappalti in nero che ha provocato il crollo dei salari, spinto molti operai ad accettare condizioni di lavoro proibitive e costretto diverse imprese oneste a chiudere perché incapaci di reggere questa concorrenza sleale.

Il sistema dei subappalti in nero, e il conseguente dumping salariale, è ormai un fenomeno istituzionalizzato in Svizzera.

Lo ha denunciato dalle colonne del domenicale in lingua francese “Le Matin Dimanche” Ben Iseli, titolare di un’importante ditta di ponteggi nel cantone del Vaud.

A detta di Iseli, gli operai sono trattati come “schiavi”.

Sottopagati e costretti ad accettare condizioni di lavoro proibitive, mettono quotidianamente in pericolo la loro incolumità. Una situazione inaccettabile e sempre più diffusa, soprattutto nel settore edile, che mette in difficoltà le imprese oneste, molte delle quali devono chiudere, non potendo competere con questa concorrenza sleale.

È la prima volta che un imprenditore muove accuse simili. Secondo

l’imprenditore, la situazione ha ormai raggiunto il limite.

La deriva sarebbe incominciata nel 2000 con l’accordo sulla libera circolazione delle persone firmata fra Svizzera e Unione Europea, per poi aggravarsi nel 2007. Pur essendo illegale, la pratica di subappaltare lavori edili in nero si è diffusa a macchia d’olio.

Il fenomeno ha anche ripercussioni fiscali non indifferenti, sottolinea Iseli, perché chi lavora in nero non paga contributi sociali, con conseguenti perdite per l’erario pari a milioni di franchi. È la prima volta che in Svizzera un imprenditore muove accuse simili.

(Fonte INAIL)

Fonte: INAIL.it

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