I legali della ASL di Milano e della Regione Lombardia hanno spiegato nel corso del processo a carico di 11 ex dirigenti della Pirelli con al centro 20 casi di operai morti a causa dell’amianto – che non è stato al momento raggiunto alcun accordo tra i due enti e l’azienda in relazione a eventuali risarcimenti ‘stragiudiziali’, in quanto non sono soddisfatti dei criteri utilizzati per la quantificazione dei danni.
Così, in sostanza, i “Le trattative si sono arenate”, hanno spiegato i difensori della ASL, parte civile nel processo come la Regione Lombardia, il cui legale ha dichiarato che allo stato le trattative non devono influenzare il processo perché non ci sono i presupposti per una chiusura delle stesse in tempi rapidi.
Il processo, scaturito dalle indagini del pm di Milano Maurizio Ascione, vede al centro 20 casi di lavoratori deceduti e quattro casi di operai che si sono ammalati di forme tumorali e vede imputati per omicidio colposo e lesioni colpose 11 ex dirigenti che si sono succeduti tra la fine degli anni ’70 e la fine degli ’80.
Nel dibattimento sono rimasti come parti civili i familiari di meno di una decina di lavoratori morti e di tre operai che si sono ammalati.
I parenti degli altri operai, invece, hanno ottenuto risarcimenti stragiudiziali dalla Pirelli nell’ordine di centinaia di migliaia di euro per ogni famiglia.
Trattative tra l’azienda e altre parti civili sono ancora in corso, così come con l’INAIL.
Il processo, davanti alla sesta sezione penale, è stato rinviato al 22 giugno.