Con la Comunicazione IP/04/52 del 15 gennaio 2004, la Commissione interviene nei confronti di alcuni Stati membri per mancata conformità alle normative comunitarie sui rifiuti.
Con la Comunicazione IP/04/2004, adottata a Bruxelles il 15 gennaio 2004, la Commissione europea è intervenuta per proteggere l’ ambiente in Europa e procede nei confronti di Francia, Grecia, Italia, Spagna,Lussemburgo e Regno Unito per mancata conformità alle normative comunitarie sui rifiuti.In particolare si tratta delle direttive sulla gestione dei rifiuti in generale, sui rifiuti pericolosi, sugli olii usati, sulle discariche e sui pericolosi PCB ( policlorodifenili). La normativa in questione intende istituire un sistema efficiente e armonizzato per la raccolta, il trattamento, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti. La Commissione teme che, se gli Stati membri non attueranno correttamente queste direttive, dovranno affrontare problemi quali lo scarico illegale di rifiuti oppure una gestione inadeguata delle discariche, situazi0oni che possono causare gravi problemi alla salute pubblica e all’ ambiente. A commento delle decisioni adottate, il Commissario europeo per l’ ambiente, Margot Wallstroom, ha affermato che ” la normativa dell’ UE in materia di rifiuti punta a farsì che i rifiuti non danneggino più l’ ambiente e la salute pubblica. I principi della normativa in questione sono in vigore da anni ed è assolutamente inaccettabile che ancora oggi volumi consistenti di rifiuti siano smaltiti in maniera illecita e incontrollata in varie regione dell’ UE “. Come si legge nella Comunicazione, della quale riportiamo il testo nel link, la Commissione ha avviato, in proposito, un procedimento nei confronti dell’ Italia in quattro casi diversi. I ” casi ” sono questi: 1) mancata conformità della definizione di ” rifiuto” nazionale a quella contenuta nella direttiva europea 75/442/CEE come, ad esempio, l’ esclusione dalla normativa italiana di alcuni tipi di residui, di prodotti di scarto e di altri materiali derivanti da processi industriali dal regime dei rifiuti, introducendo sul piano interno una deroga non ammessa dalla normativa europea; 2) le disposizioni nazionali del 2001 che escludono dalla definizione di rifiuto le terre e le rocce di scavo destinate al riutilizzo; 3) ammonimento al governo italiano per le discariche illecite presenti sul territorio nazionale ( delle 4.866 discariche funzionanti in Italia nel 2002, ben 3836 di cui 705 contenenti rifiuti pericolosi, contravvengono alla normativa UE sui rifiuti); 4) ammonimento scritto anche per l ‘inquinamento provocato da una discarica abusiva a Lodi, in Lombardia.
Fonte: Commissione Europea
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