Allapertura del Senato della Repubblica della XV legislatura, presieduto da Franco Marini, i neoeletti senatori Casson e Malabarba hanno depositato un Disegno di legge concernente le Disposizioni a favore dei lavoratori e dei cittadini esposti ed ex esposti allamianto e dei loro familiari, nonché delega al Governo per ladozione del testo unico in materia di esposizione allamianto.
Nel presentare il Disegno di legge dai Senatori Casson , Battafarano e Malabarba, depositato il primo giorno di seduta del rinnovato Senato della Repubblica, che ricalca le proposte avanzate nella precedente legislatura in Commissione lavoro del Senato, è stato dichiarato in aula che al fine di tenere sempre alta lattenzione sui problemi causati dalla presenza dellamianto nel nostro paese e di offrire finalmente soluzioni alle drammatiche e a tuttoggi irrisolte conseguenze derivanti dallesposizione allamianto, si ritiene opportuno presentare, in occasione della seconda Giornata mondiale delle vittime dellamianto questo disegno di legge, già presentato nella scorsa legislatura (A.S.3696).
Oltre trentacinque anni fa ebbe inizio la mobilitazione di cittadini e di lavoratori per eliminare lamianto e i suoi effetti nocivi. Le lotte e gli scioperi iniziati nei primi anni 70 in Piemonte dove si trovavano le cave di Balangero e lEternit di Casale Monferrato -, in Friuli Venezia Giulia – a Monfalcone -, e in Lombardia a Brioni, a Seveso, alla Breda di Sesto portarono alla sottoscrizione di accordi sindacali che prevedevano listituzione dei libretti sanitari individuali, il registro di dati ambientali di reparto nelle fabbriche, nonché i controlli delle aziende sanitarie locali sugli ambienti di lavoro. Questi accordi furono poi recepiti da leggi regionali e, successivamente,da leggi nazionali.
Dopo oltre venti anni di processi civili e penali, fu finalmente approvata la legge 27 marzo 1992.n.257 Norme relative alla cessazione dellimpiego dellamianto, che prevedeva il divieto di estrazione, lavorazione, utilizzo e commercializzazione dellamianto, la bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio, misure per la tutela sanitaria e previdenziale dei lavoratori ex esposti allamianto, nonché misure per il risarcimento degli stessi, il riconoscimento della qualifica di malattia professionale e del danno biologico.
Dal 1992 fino al 2004 la lotta contro lamianto è stata incentrata sullobiettivo di attuare appieno la legge n.257/1992, ma lemergenza amianto non è però finita con la chiusura delle fabbriche: le malattie hanno unincubazione dai quindici ai trenta anni e non colpiscono solo gli ex lavoratori, ma anche i loro familiari contaminati dai vestiti portati a casa e i cittadini che vivono nelle vicinanze delle fabbriche.
Per portare avanti questa battaglia sul piano legislativo i firmatari del disegno di legge presentato al Senato intendono considerare persone a rischio anche coloro che, pur non manipolando lamianto, ne vengono a contatto per motivi abitativi, familiari o ambientali.
Oltre trentacinque anni fa ebbe inizio la mobilitazione di cittadini e di lavoratori per eliminare lamianto e i suoi effetti nocivi. Le lotte e gli scioperi iniziati nei primi anni 70 in Piemonte dove si trovavano le cave di Balangero e lEternit di Casale Monferrato -, in Friuli Venezia Giulia – a Monfalcone -, e in Lombardia a Brioni, a Seveso, alla Breda di Sesto portarono alla sottoscrizione di accordi sindacali che prevedevano listituzione dei libretti sanitari individuali, il registro di dati ambientali di reparto nelle fabbriche, nonché i controlli delle aziende sanitarie locali sugli ambienti di lavoro. Questi accordi furono poi recepiti da leggi regionali e, successivamente,da leggi nazionali.
Dopo oltre venti anni di processi civili e penali, fu finalmente approvata la legge 27 marzo 1992.n.257 Norme relative alla cessazione dellimpiego dellamianto, che prevedeva il divieto di estrazione, lavorazione, utilizzo e commercializzazione dellamianto, la bonifica degli edifici, delle fabbriche e del territorio, misure per la tutela sanitaria e previdenziale dei lavoratori ex esposti allamianto, nonché misure per il risarcimento degli stessi, il riconoscimento della qualifica di malattia professionale e del danno biologico.
Dal 1992 fino al 2004 la lotta contro lamianto è stata incentrata sullobiettivo di attuare appieno la legge n.257/1992, ma lemergenza amianto non è però finita con la chiusura delle fabbriche: le malattie hanno unincubazione dai quindici ai trenta anni e non colpiscono solo gli ex lavoratori, ma anche i loro familiari contaminati dai vestiti portati a casa e i cittadini che vivono nelle vicinanze delle fabbriche.
Per portare avanti questa battaglia sul piano legislativo i firmatari del disegno di legge presentato al Senato intendono considerare persone a rischio anche coloro che, pur non manipolando lamianto, ne vengono a contatto per motivi abitativi, familiari o ambientali.
Fonte: Fiom – CGIL
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