E’ stato istituito un programma comunitario per l’occupazione e la solidarietà sociale che prevede anche azioni nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro
E’ stato istituito un programma comunitario per l’occupazione e la solidarietà sociale denominato “PROGRESS”, che dovrebbe essere attuato dal 2007 al 2013.
Esso riunisce una serie di programmi d’azione altrimenti destinati a scadere (lotta contro le discriminazioni, parità dei sessi, cooperazione per combattere l’esclusione sociale ed incentivi per rafforzare l’occupazione), oltre a varie linee di bilancio legate alle condizioni di lavoro.
Il programma sarà diviso in cinque sezioni, ciascuna corrispondente ai cinque settori di intervento: occupazione, protezione sociale e integrazione, condizioni di lavoro, diversità e lotta contro la discriminazione e parità fra uomini e donne.
Secondo la commissione per l’occupazione e gli affari sociali, l’importo della dotazione finanziaria per i sette anni del periodo di programmazione deve essere aumentato fino a 854,2 milioni di euro, rispetto ai 628,8 proposti dall’Esecutivo. Tuttavia, finché non sarà presa una decisione sulle Prospettive finanziarie, questo importo resta meramente indicativo.
Dalla relazione di Karin JÖNS (PSE, DE) sul programma PROGRESS, che sarà esaminata dalla Plenaria in prima lettura della procedura di codecisione, si apprende che i deputati aumentano le percentuali minime di finanziamento per due settori di intervento. In primo luogo, portano dal 28 al 30% la percentuale relativa alla protezione sociale e all’integrazione, al fine di potere tenere conto del fatto che il programma d’azione finora realizzato per la lotta contro l’esclusione sociale viene ampliato per includere anche i settori delle pensioni e dell’assistenza sanitaria e di lunga durata.
Poi, la dotazione minima per la parità fra uomini e donne viene aumentato dall’8 al 12%. Per le altre sezioni, invece, i deputati mantengono le percentuali di ripartizione proposte dalla Commissione: occupazione 21%, condizioni di lavoro 8%, diversità e lotta alle discriminazioni 23%. Al fine di garantire la necessaria trasparenza, i deputati chiedono poi che la ripartizione degli stanziamenti annuali fra le singole sezioni sia debitamente indicata nel bilancio.
I deputati, in generale, appoggiano la proposta della Commissione di semplificare e razionalizzare i programmi esistenti. Tuttavia, sono stati adottati diversi emendamenti per prendere maggiormente in considerazione il principio fondamentale della parità di genere in tutti i campi e per tutte le azioni.
Gli scambi e le attività transnazionali, inoltre, devono costituire una componente importante del programma e dovrebbero altresì essere sviluppati approcci nuovi ed innovativi. L’accesso al programma dovrebbe essere aperto alle ONG nazionali e locali, mentre i disabili dovrebbero poter essere inclusi in tutte le attività e poter disporre dei risultati del programma.
La relazione, infine, ritiene che occorra richiamare l’attenzione sulla situazione specifica dei migranti e sull’importanza di intraprendere un’azione volta a trasformare in lavoro regolare il lavoro non dichiarato – e spesso precario – dei migranti. Nell’ambito della sezione sulle condizioni di lavoro, pertanto, i deputati ritengono che vadano inserite le azioni di sensibilizzazione, la diffusione di informazioni e la promozione di un dibattito sulla questione generale dell’occupazione illegale, «onde assicurare che gli aspetti della salute, della sicurezza e delle condizioni di lavoro, che interessano in egual misura i migranti e i cittadini dell’UE, vengano trattati e che i pertinenti standard siano rispettati».
Esso riunisce una serie di programmi d’azione altrimenti destinati a scadere (lotta contro le discriminazioni, parità dei sessi, cooperazione per combattere l’esclusione sociale ed incentivi per rafforzare l’occupazione), oltre a varie linee di bilancio legate alle condizioni di lavoro.
Il programma sarà diviso in cinque sezioni, ciascuna corrispondente ai cinque settori di intervento: occupazione, protezione sociale e integrazione, condizioni di lavoro, diversità e lotta contro la discriminazione e parità fra uomini e donne.
Secondo la commissione per l’occupazione e gli affari sociali, l’importo della dotazione finanziaria per i sette anni del periodo di programmazione deve essere aumentato fino a 854,2 milioni di euro, rispetto ai 628,8 proposti dall’Esecutivo. Tuttavia, finché non sarà presa una decisione sulle Prospettive finanziarie, questo importo resta meramente indicativo.
Dalla relazione di Karin JÖNS (PSE, DE) sul programma PROGRESS, che sarà esaminata dalla Plenaria in prima lettura della procedura di codecisione, si apprende che i deputati aumentano le percentuali minime di finanziamento per due settori di intervento. In primo luogo, portano dal 28 al 30% la percentuale relativa alla protezione sociale e all’integrazione, al fine di potere tenere conto del fatto che il programma d’azione finora realizzato per la lotta contro l’esclusione sociale viene ampliato per includere anche i settori delle pensioni e dell’assistenza sanitaria e di lunga durata.
Poi, la dotazione minima per la parità fra uomini e donne viene aumentato dall’8 al 12%. Per le altre sezioni, invece, i deputati mantengono le percentuali di ripartizione proposte dalla Commissione: occupazione 21%, condizioni di lavoro 8%, diversità e lotta alle discriminazioni 23%. Al fine di garantire la necessaria trasparenza, i deputati chiedono poi che la ripartizione degli stanziamenti annuali fra le singole sezioni sia debitamente indicata nel bilancio.
I deputati, in generale, appoggiano la proposta della Commissione di semplificare e razionalizzare i programmi esistenti. Tuttavia, sono stati adottati diversi emendamenti per prendere maggiormente in considerazione il principio fondamentale della parità di genere in tutti i campi e per tutte le azioni.
Gli scambi e le attività transnazionali, inoltre, devono costituire una componente importante del programma e dovrebbero altresì essere sviluppati approcci nuovi ed innovativi. L’accesso al programma dovrebbe essere aperto alle ONG nazionali e locali, mentre i disabili dovrebbero poter essere inclusi in tutte le attività e poter disporre dei risultati del programma.
La relazione, infine, ritiene che occorra richiamare l’attenzione sulla situazione specifica dei migranti e sull’importanza di intraprendere un’azione volta a trasformare in lavoro regolare il lavoro non dichiarato – e spesso precario – dei migranti. Nell’ambito della sezione sulle condizioni di lavoro, pertanto, i deputati ritengono che vadano inserite le azioni di sensibilizzazione, la diffusione di informazioni e la promozione di un dibattito sulla questione generale dell’occupazione illegale, «onde assicurare che gli aspetti della salute, della sicurezza e delle condizioni di lavoro, che interessano in egual misura i migranti e i cittadini dell’UE, vengano trattati e che i pertinenti standard siano rispettati».
AG
Fonte: Parlamento Europeo
Approfondimenti