Il datore di lavoro è un costruttore.
Licenziata con un Sms.
E’ una storia incredibile, che ha l’effetto di un pugno sullo stomaco.
Non solo sciacalli. Nella giungla del post alluvione, l’altra faccia della solidarietà è nei lupi che sbranano le coscienze col cinismo. A.D, 38 anni, una figlia di 11, non vive di rendita.
Aveva un lavoro come colf, non l’ha più perché ha chiesto al suo datore di lavoro di poter stare un giorno con sua sorella, una delle vittime dell’alluvione.
Un solo giorno.
Davanti a tanti angeli del fango che aiutano sconosciuti, il ricco imprenditore edile di Olbia ha visto bene di licenziarla. Con un sms: “Non ci servi più”.
Signora D., per caso il suo principale ci ha ripensato? Le ha chiesto scusa?
“Neanche per idea. Ieri ha chiamato mio marito, che fa il muratore, minacciandolo che gli farà perdere il lavoro. A me ha minacciato esplicitamente, dicendo che per l’intervista rilasciata a “Cinquestelle Sardegna” mi rovinerà.
Ma io non ho paura”
Una storia che proprio stona in questo scenario di straordinaria solidarietà che sta abbracciando la popolazione di Olbia da ogni parte della Sardegna e d’Italia.
La storia di A.D, raccontata dall’emittente regionale Cinquestelle Sardegna, sembra inventata tanto pare assurda, ma assolutamente vera.
Lei, mamma di una bambina, sposata con un disoccupato, ieri ha perso il lavoro, che era l’unica fonte di sostentamento della famiglia. L’ha perso perché ha deciso di aiutare la sorella. Già, nella corsa solidale c’è qualcuno che sta a guardare e punisce chi sacrifica se stesso per gli altri.
La colpa di Alessandra?
Martedì mattina anziché pulire l’appartamento del padrone, spalava il fango da una casa popolare di via Campidano.
I datori di lavoro di Alessandra fanno parte di una nota e benestante famiglia di Olbia, titolari di una grande impresa di costruzioni che ha realizzato complessi edilizi in varie zone della città.
Alessandra fa le pulizie nella loro villa e nei loro uffici da due anni ma non ha mai ottenuto un regolare contratto . Lavoro nero, senza garanzie.
Ieri, quando ha comunicato ai suoi datori di lavoro che sarebbe potuta tornare in servizio solo lunedì prossimo, ha avuto la glaciale risposta prima al telefono e poi via sms . “No, grazie. Non abbiamo più bisogno di te” .
E’ stata punita, Alessandra, per aver dedicato il suo impegno a una persona di famiglia che ha perso tutto.
I suoi ricchi datori di lavoro, dalla loro casa confortevole e calda, le hanno detto che non serve più.