Per la prima volta quest’anno la Giornata Europea degli Antibiotici si è inserita all’interno della “First World Antibiotic Awareness Week” (Settimana mondiale per l’uso prudente di antibiotici), lanciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nell’ambito di una campagna il cui slogan è “Antibiotics: handle with care” (Antibiotici, maneggiare con cura).
Il proliferare di iniziative in questo ambito rappresenta un segnale dell’aumentato livello di consapevolezza circa l’urgenza di intervenire in maniera efficace per contrastare il dilagare epidemico del fenomeno dell’antimicrobico-resistenza, strettamente associato, come evidenziato in numerose pubblicazioni scientifiche, da un uso eccessivo e non appropriato degli antibiotici, in diversi settori.
Per citare alcuni dati, in Europa, anche quest’anno, l’elemento più critico è rappresentato dal continuo e, almeno apparentemente, inarrestabile fenomeno della resistenza ai carbapenemi, antibiotici di ultima risorsa, ovvero utilizzati nella pratica clinica quando tutti gli altri antibiotici sono risultati inefficaci nel trattare una specifica infezione. Quando un batterio sviluppa resistenza nei confronti di questo antibiotico, non si dispone più di armi terapeutiche efficaci per contrastarlo. E alcune infezioni, in assenza di una terapia adeguata, possono diventare fatali.
La resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale causato dalle mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri. Tuttavia un uso eccessivo e improprio degli antibiotici accelera la comparsa e la diffusione dei batteri resistenti agli antibiotici. I batteri sensibili muoiono quando entrano in contatto con gli antibiotici mentre i batteri resistenti sopravvivono e continuano a moltiplicarsi. I batteri resistenti possono trasmettersi e causare infezioni anche in altre persone che non hanno fatto uso di antibiotici.
Il principale fattore che gioca in favore dell’ antibiotico-resistenza è proprio l’elevato consumo di antibiotici. L’Italia è in Europa al quinto posto per utilizzo di antibiotici sul territorio per la salute umana.
A testimoniare un uso smodato degli antibiotici è il rapporto, basato sui dati della sorveglianza Esac-net dell’Unione Europea. Il dato medio europeo di consumo fuori dagli ospedali per il 2014 è 21,6 dosi al giorno ogni mille abitanti, e varia dalle 10,6 dell’Olanda alle 34,6 della Grecia. L’Italia, con 27,8 dosi, è al quinto posto,dietro a Francia, Romania e Belgio. Per quanto riguarda il consumo di antibiotici negli ospedali la media europea è sostanzialmente stabile a 2 dosi al giorno ogni mille abitanti. Anche in questo caso i più virtuosi sono gli olandesi, con una dose al giorno, mentre i peggiori sono i finlandesi con 2,6, mentre l’Italia resta sopra la media europea con 2,2 e in generale, a parte l’eccezione finlandese, il sud Europa prevale nel consumo.