La sentenza, la 262 del 2009 (vedi link), è di 58 pagine, relatore il giudice Franco Gallo, e spiega la decisione annunciata il 7 ottobre scorso, respingendo il Lodo in maniera netta sia perché crea unevidente disparità di trattamento delle quattro cariche dello Stato rispetto a tutti gli altri cittadini, sia perché configura una preminenza del premier rispetto agli altri ministri, infine perché in ogni caso era necessaria una modifica della Costituzione.
La sospensione processuale prevista dalla norma censurata si legge nella sentenza è diretta esse nuzialmente alla protezione delle funzioni proprie dei componenti e dei titolari di lcuni organi costituzionali e, contemporaneamente, crea unevidente disparità di trattamento di fronte lla giurisdizione. Non solo: il presidente del Consiglio e i ministri sono sullo stesso piano. Non è configurabile una preminenza del presidente del Consiglio rispetto ai ministri dicono ancora i giudici perché egli non è il solo titolare della funzione di indirizzo del Governo, ma si limita a mantenerne lunità, promuovendo e coordinando lattività dei ministri e ricopre perciò una posizione tradizionalmente definita di primus inter pares. Inoltre, si avverte, non è configurabile una significativa preminenza dei presidenti delle Camere sugli altri componenti, perché tutti i parlamentari partecipano allesercizio della funzione legislativa come rappresentanti della Nazione.
Inoltre in materia di prerogative e immunità il legislatore ordinario può intervenire solo per attuare, sul piano procedimentale, il dettato costituzionale, essendogli preclusa ogni eventuale integrazione od estensione di tale dettato.
Dunque, richiamando anche precedenti sentenze, la Consulta bocci il Lodo Alfano anche per violazione dellarticolo 138 della Carta, cioè dellarticolo sulla revisione costituzionale.
(LG-FF)