PIL: nel 2008 calo dello 0,9%, a novembre debito pubblico record.

L’ultimo trimestre 2008 ha chiuso con un calo del Pil del 2,6% rispetto al 2007 e dell’1,8% rispetto al trimestre precedente. Lo comunica l’Istat. Si tratta dei cali maggiori dal 1980, cioè dall’inizio delle serie storiche dell’Istituto di statistica comparabili. Il risultato è che nel corso del 2008 il Pil italiano è sceso complessivamente dello 0,9%. Si tratta del peggior dato dal 1993.

A rendere il quadro economico ancora più fosco il dato sul debito pubblico diffuso, salito a novembre alla cifra record di 1.686, 5 miliardi. Secondo quanto segnala il supplemento al bollettino statistico della Banca d’Italia, la crescita è stata dell’1% rispetto al massimo storico precedente raggiunto a ottobre 20°08 con 1.669,558 miliardi. L’incremento rispetto a novembre 2007 è stato invece del 3,6%, pari a 58,673 miliardi.

Tornando al Pil, “il risultato congiunturale – spiega l’Istituto Nazionale di Statistica – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto dell’industria e dei servizi e di un aumento del valore aggiunto dell’agricoltura”. Il quarto trimestre del 2008 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative del quarto trimestre del 2007”.

Nel quarto trimestre il Pil è diminuito rispetto al trimestre precedente dell’1,5 per cento nel Regno Unito e dell’1 per cento negli Sati Uniti. Su base annua, il Pçil è diminuito dell’1,8% nel Regno Unito e dello 0,2% negli Stati Uniti.

L’Istat il 2 marzo prossimo diffondere le nuove stime annuali (non corrette per gli effetti di calendario) dei conti economici nazionali per il periodo 2005-2008, mentre il 12 marzo saranno rese note le stime trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali.

Sui dati diffusi dall’Istat segnaliamo un commento del segretario confederale della CGIL, Agostino Megale, il quale ha affermato che “Se a fine 2008 siamo a un -2,6% vuol dire che nei prossimi mesi ci troveremo di fronte ad un vera e propria tempesta. D’altro canto la media del 2008 segna quasi un -1% che fino ad ottobre scorso nessuno immaginava; il FMI allora stimava -0,1%, l’Ocse -0,4%, la stessa Confindustria a dicembre -0,5%. Purtroppo, come si vede, le previsioni peggiorano di settimana in settimana”.

A questo punto, rileva il sindacalista, “è più che probabile che il dato già negativo di un -2% per il 2009 sarà invece molto più vicino a un -3% con tutte le conseguenze relative al c alo della produzione industriale che, dopo il calo del 14,3% di dicembre, vedrà a febbraio un ulteriore peggioramento”. Ma, denuncia Megale, “la gravità della caduta recessiva continua a registrare la totale assenza di una vera e propri terapia d’urto da parte del governo. Nel panorama europeo, misurando le risorse sta oziate e i provvedimenti assunti in termini di politica economica, l’Italia si colloca all’ultimo posto: sia per quantità di risorse stanziate che per capacità di intercettare i bisogni relativi al sostegno all’occupazione, alla riduzione delle tasse sul lavoro e sulle pensioni”.

Per Megale “bisogna rilanciare la domanda interna e per questo abbiamo proposto che il governo investa un punto di Pil, pari a 16 miliardi, capaci di recuperare il fiscal drag del 2008, investendo 7/8 miliardi per ridurre di almeno 50 euro al mese le tasse sul lavoro a lavoratori e pensionati. Anche per questo – conclude- abbiamo avanzato la proposta di attivare un tavolo anticrisi per affrontare insieme l’occupazione, tutela dei redditi, e rilancio degli investimenti”.

(LG-FF)

Fonte: ISTAT

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