Previdenza sociale: con il 2010 le pensioni andranno verso il ribasso.

Dall’inizio dell’anno appena iniziato entreranno in vigore i nuovi coefficienti di trasformazione delle pensioni per il cui calcolo verranno applicati i nuovi parametri ribassati tra il 6,38 per cento e l’8,41 per cento. Per CGIL le perdite per i lavoratori che andranno in pensione saranno almeno del 3-4%. Il sindacato chiede di modificare i criteri e non applicarli retroattivamente su tutti i contributi.

Gli impatti saranno diversi a seconda del sistema in cui viene calcolata la propria pensione. La Cgil ha stimato che, con,l’applicazione automatica dei nuovi coefficienti di calcolo del montante contributivo, chi va in pensione oggi con il sistema misto (contributivo – retributivo) perderà circa il 3-4% della pensione. La perdita sarà ancora maggiore per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1 gennaio 1996.

Secondo i calcoli del sindacato, nel caso di una lavoratrice nata nel ’49, impiegata con 30 anni di contributi, con l’applicazione dei nuovi coefficienti, e a parità degli altri elementi, la lavoratrice perderebbe 715 euro l’anno nel sistema misto e 1.378 l’anno, nel sistema contributivo. Per questo la Cgil ha chiesto di modificare i criteri di calcolo dei coefficienti di trasformazione e di applicarli “pro quota” solo sul montante contributivo dal 2010 in poi e non retroattivamente su tutti i contributi.

Da questo mese di gennaio, e per tutto il 2010, varrà pure il meccanismo delle quote per l’accesso al pensionamento di anzianità (introdotto dalla legge 247 del 24 dicembre del 2007) in vigore già da luglio 2009. Possono andare i pensione coloro che hanno compiuto almeno 59 anni e hanno 36 anni di contributi. Il meccanismo delle quote fa sì quindi che si può andare in pensione con 35 anni di contributi ma solo se si hanno compiuti almeno 60 anni di età. Fino alla fine di giugno 2009, i requisiti minimi era no di 58 anni con 35 anni di contributi.

A partire dal gennaio 2011, invece, per andare in pensione di anzianità, si dovrà toccare quota “96” ovvero potrà andarci che avrà compiuto 60 anni di età e avrà 36 anni di contributi o 61 anni con 35 anni di contributi. Nel link riportiamo la tabella con la somma di età anagrafica minima secondo la legge 247.
Per Calcolare la data di pensionamento e l’importo della pensione netta annua è possibile utilizzare lo strumento del Calcola pensione (vedi link) che dà la possibilità anche di scoprire quanto vale la pensione netta in termini percentuali rispetto all’ultimo stipendio netto.

Per utilizzare il calcolatore di dovrà specificare la data di nascita, il sesso, il codice di avviamento postale, la data di inizio di iscrizione alla previdenza obbligatoria, la categoria, la professione, e il reddito annuo. E’ utile precisare che, per una corretta lettura delle previsioni, l’importo del reddito da lavoro dell’anno in corso va imputato al netto di tasse e contributi. Sarà inoltre sempre l’utente a definire l’ipotesi del percorso di carriera – assestato, medio o brillante – da qui alla data di pensionamento.

(LG-FF)

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