Processo Thyssenkrupp, per il PM Francesca Traverso “La legge non ammette ignoranza – La sicurezza è stata volutamente trascurata

Alla Thyssenkrupp di Torino la sicurezza dei lavoratori e degli impianti di produzione è stata volutamente trascurata: per prendere i provvedimenti necessari bastava che i dirigenti responsabili “leggessero le norme tecniche in materia di prevenzione”: è quanto ha spiegato Francesca Traverso, uno dei pm che sostengono l’accusa al processo in Corte d’assise. “La legge – ha detto il magistrato – non ammette ignoranza.

Fonte ANSA
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Alla Thyssenkrupp di Torino la sicurezza dei lavoratori e degli impianti di produzione è stata volutamente trascurata: per prendere i provvedimenti necessari bastava che i dirigenti responsabili “leggessero le norme tecniche in materia di prevenzione”: è quanto ha spiegato Francesca Traverso, uno dei pm che sostengono l’accusa al processo in Corte d’assise, nel corso della requisitoria (aala quarta udienza del 2.11.2010) al processo per i sette operai morti nell’incendio del 2007.

“La legge – ha detto il magistrato – non ammette ignoranza”.

“La mancanza di impianti di rilevazione e spegnimento incendi sulla linea 5 è stata la causa della tragedia”: ha detto la pm Francesca Traverso durante la requisitoria della procura al processo per i 7 operai della Thyssenkrupp morti nell’incendio del 2007.
L’accusa ritiene che in azienda vi siano state omissioni volontarie di cautele contro gli incidenti.

Su questo specifico reato il pm Raffaele Guariniello ha tracciato, nel suo intervento,le linee della giurisprudenza con le sentenze della Cassazione.

E le norme in materia di prevenzione, che ci sono, non vanno interpretate: vanno semplicemente lette”.

E’ per questo che, a giudizio della pubblica accusa, è stato commesso il reato di omissione volontaria di cautele contro gli incidenti . La Traverso ha citato il decreto ministeriale del 1998 e la legge 626 del 1994 (che era in vigore all’epoca dei fatti) in materia di sicurezza sul lavoro, più una lunga serie di norme tecniche specifiche messe a punto da vari enti.

Secondo l’accusa, la linea 5 doveva essere dotata di dispositivi adeguati: “lo richiedevano il rispetto delle normative e le stesse peculiarità dello stabilimento di Torino”.

Nelle prossime udienze, la requisitoria riprenderà il 9 novembre, si parlerà dell’omicidio volontario con dolo eventuale, il reato contestato all’amministratore delegato Harald Espenhahn.

(LP)

Fonte: ANSA

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