Professioni: anche il Parlamento europeo ne parla

Sulle polemiche che si sono accese intorno al decreto Bersani sulla “liberalizzazione” delle professioni, riportiamo un’articolo dell’europarlamentare Gianni Pittella dal titolo “Professioni: anche il Parlamento (europeo) ne parla secondo il quale “dietro il pacchetto che porta il suo nome non c’è alcun “furore ideologico di liberalizzare” e che i provvedimenti varati sono “un intervento per rimuovere i più evidenti ostacoli alla concorrenza”.

L’articolo del parlamentare europeo Gianni Pittella che riportiamo nel link fa parte di una bozza all’esame della Commissione ECON dove si sostiene che “modernizzare il Paese, per stare al passo con le sfide europee”. Infatti con l’emanazione del decreto Bersani “l’Europa ha chiamato e l’Italia risponde” , o per lo meno intende rispondere ai richiami della comunità per un’adeguamento alle normative che la stessa comunità si è data e che sono già in vigore in molti Stati membri.
Secondo l’onorevole Pittella “fa bene il Ministro Bersani a ricordare che dietro il pacchetto legislativo che porta il suo nome in materia di liberalizzazioni e competitività , non c’è alcun “furore ideologico di liberalizzare” e che per i provvedimenti varati sono “un intervento per rimuovere i più evidenti ostacoli alla concorrenza”. Banche,società assicuratrici,categorie professionali, sono tra i principali soggetti che dovranno adeguarsi alle nuove regole grazie alle quali vengono cancellati vecchi privilegi e condizioni che limitano la concorrenza a scapito dei consumatori. Una rivoluzione è stato detto .Soltanto pochi mesi fa, infatti, il Ministro Bersani sedeva, in veste di eurodeputato, tra i banchi del Parlamento europeo dibattendo di questioni, come la liberalizzazione delle professioni e le misure adatte a garantire maggiore concorrenza nel mercato interno, che il precedente governo di centro destra trattava con assoluto disinteresse e superficialità. E tra i ricordi di Strasburgo di Bersani è verosimile che Bersani abbia ancora vivo quello dei ripetuti richiami della Commissione europea nei confronti dell’Italia colpevole di fare poco o nulla in materia di apertura dei mercati e liberalizzazioni.

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