Promozione dell’imprenditorialità femminile nella regione euromediterranea.

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE C 256/144 del 27-10-2007 è pubblicato il Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Promozione dell’imprenditorialità femminile nella regione euromediterranea.

Il Parere del CESE è stato adottato in data 12 luglio 2007 nel corso della 437° sessione plenaria, con 130 voti favorevoli, 1 voto contrario e 4 astensioni.
Nelle conclusioni, il CESE accoglie con favore il deciso impegno dell’Unione europea e degli Stati mediterranei nei confronti del partenariato euromediterraneo. Esso sostiene in particolare, come previsto nel programma di lavoro quinquennale della Commissione, i progetti miranti a sviluppare azioni che favoriscano l’emancipazione femminile. A questo fine, propone che siano stanziati fondi specifici per finanziare i paesi della regione euromediterranea che si impegneranno in azioni positive volte a migliorare concretamente lo statuto giuridico della donna.
Il CESE esorta a fare in modo che i meccanismi previsti nelle conclusioni della Prima conferenza ministerile euromediterranea, dedicata al rafforzamento del ruolo delle donne nella società, garantiscano un attento monitoraggio e un’accurata valutazione dello sviluppo dell’imprenditorialità femminile, nonchè l’adozione di misure per il suo rafforzamento, come l’inserimento nei piani nazionali previsti nel quadro della politica europea di vicinato (PEV) misure e obiettivi specifici per la promozione dell’imprenditorialità femminile, l’incremento dei finanziamenti e della PEV a favore dello sviluppo di tale imprenditorialità e dell’assistenza tecnica alle nuove imprese create da donne.
Per quanto riguarda le raccomandazioni relative ai meccanismi intesi a promuovere l’imprenditorialità femminile nella regione mediterranea, il CESE afferma che occorre introdurre politiche e programmi specifici che consentano alle donne di contribuire maggiormente alla crescita economica e allo sviluppo. Alcune di queste politiche potrebbero essere definite all’interno di un piano d’azione che preveda un calendario e procedure di valutazione ben precise e dovrebbero comprendere, fra l’altro, meccanismi per il rafforzamento delle capacità e sistemi di sostegno che incoraggino le donne a considerare come possono partecipare attivamente, con le loro capacità, allo sviluppo delle società in cui vivono e operano. Una soluzione potrebbe essere quella di promuovere la creazione di gruppi di sostegno.
E’importante che i diritti delle donne non vengano considerati come una questione separata dal ruolo che esse svolgono nello sviluppo economico. L’impegno di tutte le parti sociali a riconoscere il rapporto che intercorre tra i diritti umani, la democrazia, lo sviluppo e i diritti delle donne è fondamentale. Si deve dare la priorità all’eliminazione degli ostacoli all’emancipazione delle donne derivanti dalle norme tradizionali, culturali e familiari.
(LG/FF)

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