Relazione della Commissione su “Televisione senza frontiere”.

La Commissione delle Comunità europee, con il comunicato COM(2007)452 definitivo del 24 ottobre 2007 (vedi link) ha presentato la Sesta relazione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sull’attuazione della direttiva 89/552/CEE “Televisione senza frontiere”.

Nella Introduzione, relativa al contesto della Relazione si legge che “con la presente comunicazione, conformemente all’articolo 26 della direttiva 89/552/CEE, come modificata dalla direttiva 97/36/CE (direttiva “Televisione senza frontiere”), la Commissione trasmette al Parlamento europeo, al Consiglio e l Comitato economico e sociale europeo la sesta relazione sull’applicazione della direttiva. La presente relazione riguarda l’attuazione della direttiva per il periodo 2005 – 2006”.
L’obiettivo principale della relazione consiste nel descrivere e analizzare i fatti salienti concernenti l’attuazione della direttiva durante il periodo di riferimento. Visto che la Commissione ha adottato una proposta per la modernizzazione della direttiva stessa, la presente relazione tratterà anche i recenti sviluppi concernenti questa proposta legislativa, attualmente all’esame del Consiglio e del Parlamento europeo nel quadro della procedura di codecisione.
La Relazione affronta inizialmente l’evoluzione del mercato televisivo in Europa, affermando che, negli ultimi anni, il mercato televisivo ha affrontato sfide importanti sia di natura economica che tecnologica. A fronte di un contesto caratterizzato dalla stabilità delle entrate per quanto riguarda i flussi finanziari tradizionali, colme i diritti di licenza e la pubblicità, una ulteriore diversificazione delle fonti di entrata dovuta ad una moltiplicazione dei servizi ha consentito al settore radiotelevisivo di migliorare il proprio rendimento economico complessivo in termini di fatturato (le entrate nette complessive delle aziende radiofoniche/televisive nel 2004 ammontavano a circa 72,8 miliardi di euro, un aumento del 7,9% rispetto al 2003). Tuttavia, questa tendenza non ha impedito una concentrazione di operatori in aree specifiche, come nel settore delle “pay-tv”, in cui in molti casi le condizioni commerciali non hanno consentito la contemporanea presenza di più operatori sui singoli mercati nazionali.
Lo sviluppo delle trasmissioni televisiva digitali e, più recentemente di IPIV e altre forme di contenuti on-line, ha introdotto un ulteriore elemento di cambiamento nel settore della radiodiffusione, che è oggi in grado di moltiplicare la propria gamma di servizi a un livello fino ad oggi impensabile. Questi sviluppi tecnologici continueranno sicuramente a influenzare il settore nei prossimi anni, incrementando la concorrenza all’interno del settore e anche da parte di nuovi concorrenti..
Circa l’applicazione della direttiva, fondata sul principio basilare del “paese d’origine”, i paesi che rispettano la normativa del paese in cui sono stabiliti i loro fornitori consente di circolare liberamente all’interno del mercato comunitario. Tuttavia, la direttiva stessa consente di derogare qualora una trasmissione televisiva proveniente da un altro Stato membro.
In proposito viene ricordato che, applicando questa disposizione, il 20 dicembre 2004 il Governo del Regno Unito ha notificato alla Commissione la sua intenzione di vietare il servizio televisivo “Extasi TV”, adducendo il motivo “della manifesta e grave violazione, da parte del servizio televisivo, dell’articolo 22 della direttiva”. Il servizio veniva trasmesso attraverso strutture di “satellite up-link” situate in Spagna, ma la programmazione stessa era realizzata e curata dalla Digital World Television (DWT), situata in Italia. Sussisteva pertanto incertezza circa quale Stato membro (Italia o Spagna) avesse giurisdizione sull’emittente.
In conclusione, la Commissione dichiara che la direttiva continua ad essere un mezzo efficace per garantire la libertà di prestazione di servizi televisivi nell’Unione Europea.
(LG/FF)

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