Pubblicato il nuovo report “Urban Nature 2019” con 22 proposte del WWF per il buon governo della natura in città

Il WWF, in collaborazione con Federbio e Federerazione Pro Natura oltre a quaranta realtà locali, ha redatto il “Manifesto per il buon governo della natura in città”, che si articola in 6 filoni e suggerisce 22 azioni da sottoporre alle amministrazioni comunali.

Il buon governo condiviso della natura in città è possibile lo dimostra la giornata di “Urban Nature 2019. La Festa della natura in città”, promossa dal WWF, di domenica 6 ottobre che con oltre 110 eventi ha animato 53 grandi, medi e piccoli centri italiani.

Urban Nature ha condiviso “Il Manifesto per il buon governo della natura in città”, con oltre 20 proposte per cambiare il volto verde delle città contenute nel nuovo report “REPORT URBAN NATURE 2019. BIODIVERSITÀ URBANA: PERCORSI E PROPOSTE IN CAMPO”.

“Passare dal grigio al verde nelle nostre città è possibile basta volerlo”. Lo dichiara la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi che spiega: “Dal nostro ultimo report sulla biodiversità nelle aree urbane emerge chiaramente che città e natura non devono essere considerate come entità separate, ma parti integrate in un unico un organismo vivente in cui la biodiversità è indispensabile per garantire la qualità della vita, la salute, il benessere e la sicurezza delle popolazioni urbane e il verde è un bene comune”.

Proprio per dare una lettura complessiva dell’ambiente urbano e della vita che lo popola nel report si trovano i contributi di urbanisti, di architetti paesaggisti e di giuristi che fanno riferimento a IASLA (Società Scientifica Italiana di Architettura del paesaggio), a LABSUS (Laboratorio della sussidiarietà che lavora sull’amministrazione condivisa dei beni comuni) e al Gruppo di ricerca di urbanisti dell’Università dell’Aquila, uno dei laboratori più avanzati in Italia sul tema del consumo del suolo, che da anni collabora col WWF.

Il report apre una finestra sul mondo su come ci siano degli esempi concrerti su come costruire una nuova alleanza tra città e natura. Oltreoceano si ricordano le esperienze avanzate di Vancouver (considerata la punta di diamante su scala mondiale tra le green cities) e di New York ( con il suo piano di infrastrutture verdi. Ma restando in Europa sono da evidenziare le esperienze della Germania che, con il programma Städte wagen Wildnis (Città che osano la selvaticità) ha avviato un piano di intervento nazionale per favorire il ritorno alla natura e alla vita selvatica nelle nostre città e di Londra, la prima città al mondo ad essere dichiarata National Park City (NPC) in coerenza con quanto dichiarato nella Universal Charter of National Park Cities

È nelle città come terra di frontiera, dove il fitto sistema di relazioni può favorire l’innovazione, che si può vincere la scommessa della sostenibilità ambientale. Infatti, ricorda il WWF nel report che se negli anni ‘50 la popolazione urbana sul nostro pianeta ammontava a 745 milioni di persone, nel 2050 avremo 6,5 miliardi di persone che affolleranno le nostre città (sui 9,7 miliardi che allora popoleranno la Terra), mentre in Europa due terzi della popolazione (500 milioni di persone) già oggi vive nelle città. Secondo l’ultima rilevazione ISTAT che si riferisce al 2016, i Comuni italiani con un’alta urbanizzazione rappresentano meno del 5% del territorio ma accolgono più del 33% delle persone.

Fonte: WWF

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