Radon, progetto europeo sull’esposizione in ambienti confinati

Ha preso il via nel mese di settembre l’iniziativa che nei prossimi tre anni studierà il rischio di esposizione al radon in ambienti confinati.

Le persone vivono l’80-90% del loro tempo in ambienti chiusi (edifici pubblici, abitazioni, luoghi di lavoro, ecc.); per questo il monitoraggio della salubrità di tali ambienti risulta fondamentale al fine di ridurre l’esposizione della popolazione ad agenti inquinanti, tenendo anche conto dell’introduzione, in questi ultimi anni, di tecniche costruttive che migliorano l’isolamento termico degli edifici ma che riducono al tempo stesso il ricambio dell’aria all’interno degli stessi.

Il progetto europeo ‘Life-Respire’ (‘Radon rEal time monitoring System and Proactive Indoor Remediation’), che ha preso il via nel mese di settembre, riguarda proprio la valutazione della qualità dell’aria in ambienti confinati ed in particolare il monitoraggio del rischio di esposizione al radon.

Partner del progetto sono: Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag-Cnr), Centro di ricerca, previsione, prevenzione e controllo dei rischi geologici dell’Università di Roma Sapienza, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Federal Agency for Nuclear Control (Bruxelles), Elica S.p.A. e CiaoTech s.r.l.

Uno degli obiettivi specifici di Life-Respire è l’applicazione in quattro aree (tre in Italia e una in Belgio), caratterizzate da differente potenziale geogenico di radon, di una strumentazione – economica ed ecocompatibile – per la misurazione e la bonifica in tempo reale dei livelli di radon in edifici selezionati, così da raggiungere la ‘soglia’ dei 100 Bq/m3 (come indicato nella Direttiva Europea 2013/59/EURATOM).

In questo modo il progetto intende costruire un sistema di risanamento della qualità dell’aria indoor ibrido ed adattabile composto da un sistema di aspirazione e monitoraggio dell’aria e da un sistema di ventilazione aggiuntivo esterno (eolico e/o elettrico).

Un geodatabase su piattaforma WebGIS permetterà di raccogliere in tempo reale i dati delle misurazioni in continuo di radon, insieme ad altri dati geologici, geochimici e alle caratteristiche costruttive delle abitazioni monitorate. Tali dati potrebbero confluire ed essere integrati nell’ambito dello European Atlas of Natural Radiation (promosso dal Joint Research Center della Comunità Europea).

Altro obiettivo è la redazione di linee guida per il rischio radon e di mappe della distribuzione delle concentrazioni (indoor e nel suolo) di radon, disponibili on-line, indirizzate alle autorità locali per la valutazione e la gestione del rischio sanitario e per la pianificazione territoriale, in funzione dello sviluppo di piani di azione nazionali (art. 54, 74 e 103 del 2013/59/EURATOM).

Fonte: ARPAT

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