Raporto CNEL: 500mila posti in meno a fine anno.

Nei giorni scorsi è stato presentato il Rapporto del CNEL sul Mercato del lavoro 2008-2009. Il Rapporto -che è corredato da una introduzione predisposta dalla Commissione Informazione del CNEL –contiene l’analisi dei dati 2008 relativi: alla popolazione ed alle tendenze demografiche; alle forze del lavoro; all’andamento della occupazione e della disoccupazione; alle forze di lavoro immigrate.

Il Rapporto CNEL 2008 sul mercato del lavoro, descrive una situazione tutt’altro che rosea. Secondo il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, infatti, l’instabilità occupazionale registrata nei primi mesi del 2009 porterà entro la fine dell’anno a una perdita di posto di lavoro tra le 350mila e le 540mila unità se misurate in forze di lavoro, e tra le 620mila e le 820mila in termini di unità lavorative annue (ula). E nella peggiore delle ipotesi il tasso di disoccupazione potrebbe attestarsi poco al di sotto del 9%.

La disoccupazione, spiega il CNEL, “continuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà ancora significativo”. L’utilizzo della cassa integrazione nell’ultimo bimestre “ha registrato un rallentamento –evidenzia il rapporto – ma resta su livelli assoluti molto elevati e testimoniare della profondità della crisi”.

“Cruciali nel determinare le caratteristiche e l’intensità della ripresa –sottolinea il rapporto- saranno gli ultimi mesi del 2009 e i primi del 2010. Per questo motivo è importante che ci sia piena consapevolezza del fatto che nei prossimi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddito”.
Come detto, a fine anno il tasso di disoccupazione potrebbe collocarsi “poco al di sotto del 9%”. Nello specifico, le tabelle indicano un range tra il 7,9% come ipotesi ottimistica e l’8,6% come ipotesi sfavorevole (8,3 % lo scenario base). Peggio per le donne, per le quali il tasso di disoccupazione è atteso al 10% nel dato medio annuo, nello scenario base, rispetto all’8,5% del 2008, mentre per gli uomini passerebbe dal 5,5% al 7,1%.

In questa situazione, i precari sono i più penalizzati. “Il lavoro a termine –aggiunge il rapporto del Cnel – appare subire in maggiore misura i processi di aggiustamento delle imprese, con effetti che sono più intensi sulle classi di età fino a 35 anni, considerata anche la parziale copertura assicurata dal sistema degli ammortizzatori sociali”.

Gli ammortizzatori sociali “si stanno dimostrando più efficaci del previsto nel fronteggiare la caduta dell’occupazione – precisa però il Cnel – le cadute negoziali della cassa integrazione preservano il capitale umano nelle aziende ed evitano, almeno fino ad oggi, quei licenziamenti di massa che sarebbero dannosi per le imprese, i lavoratori e il Paese”.

L’assetto del sistema di ammortizzatori sociali “sarà determinante per garantire l necessaria coesione sociale e la tenuta del sistema produttivo”, conclude il Cnel che intende osservare “con attenzione le dinamiche dei prossimi mesi e promuovere tutte le azioni necessarie nelle sue competenze per assicurare al paese una strategia di uscita dalla crisi che sia virtuosa, efficace e che faccia riprendere una crescita basata sulla produttività, l’occupazione e la dinamica salariale”.

(LG-FF)

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