Dopo la giornata di lotta alla povertà del 17 ottobre scorso, in occasione della quale sono stati forniti dati, analisi e stime su vecchi e nuovi fenomeni di esclusione sociale, la Caritas Italiana ha presentato il 22 ottobre scorso il Rapporto 2004 dal titolo Vuoti a perdere su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta.
Dopo lallarme povertà lanciato il 13 ottobre scorso dalle rilevazioni ISTAT dalle quali risulta che il 10% delle famiglie italiane vive sotto la soglia di povertà, che un altro 7,9 % è a forte rischio povertà, che il 5, 7% vivono in situazioni difficili con consumi inferiori alla linea fino al 20%, mentre il 4,9% sono estremamente povere, con consumi inferiori al margine di riferimento fino all 80% e che ad essere messo peggio è il Sud dove è povero il 21,3% delle famiglie, seguito dal Centro(6,7%) e con il Nord al 5,3%, in occasione della giornata internazionale di lotta alla povertà del 17 ottobre, la Caritas Italiana ha fornito ulteriori dati, analisi e stime su vecchi e nuovi fenomeni di esclusione sociale dai quali risulta che le povertà aumentano e si mescolano, assumendo spesso volti nuovi che si affiancano ai vecchi. Un tema questo che la stessa Caritas Italiana ha approfondito nel Rapporto 2004 su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta, presentato il 22 ottobre con il titolo Vuoti a perdere e pubblicato da Feltrinelli editore. Dal Rapporto emerge per il nostro Paese un quadro complesso che richiede interventi adeguati, ovvero strumenti di lotta alla povertà, con livelli essenziali di intervento sociale per costruire una rete protettiva universale che aiuti come ha scritto il direttore della stessa Caritas Italiana, Mons. Nozza – gli ultimi a rientrare in campo impedisca ad altri di cadere. Ma chi sono oggi i poveri in Italia ?
Il Rapporto2004 Vuoti a perdere risponde che sono prevalentemente disoccupati, emarginati, migranti, analfabeti. Ma anche diplomati, famiglie monoreddito con più figli, pensionati. Sempre più giovani e sempre più donne, soprattutto tra gli immigrati. L 80% ha tra i 20 e i 60 anni (gran parte tra i 30 e i 40 anni); il 54% costituito da donne. Sono numerosi i celibi e nubili (33%), ma è consistente la quota di coniugati (46,5%): Più del 15% sono senza fissa dimora, il51% vive con dei familiari, il 27, 2% con dei conoscenti, il21,5% vive da solo. Il 62,& degli utenti delle Caritas diocesane non sono italiani e di questi circa il 40% è senza permesso di soggiorno :indice del riproporsi in termini significativi del fenomeno degli irregolari.
Ma le povertà aumentano e si rimescolano, assumendo spesso volti nuovi che si affiancano ai vecchi: persone e famiglie intere con minori opportunità economiche, e senza possibilità di accedere a determinati servizi, oppure vittime delle conseguenze psico-sociali della flessibilità del lavoro, della depressione e dellAlzheimer, delle dipendenze senza sostanze, come gioco dazzardo, telefonini, shopping compulsivo. Proprio di questi nuovi volti si occupa Vuoti a perdere, il Rapporto 2004 su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta che contiene anche i risultati della prima indagine sul rapporto tra povertà delle famiglie italiane e accesso ai servizi sanitari, frutto di unintensa collaborazione con la Federazione Italiana dei medici di medicina generale. Per saperne di più sul Rapporto, riportiamo nel link il testo della Conferenza Stampa tenuta dalla Caritas Italiana il 22 ottobre.
Il Rapporto2004 Vuoti a perdere risponde che sono prevalentemente disoccupati, emarginati, migranti, analfabeti. Ma anche diplomati, famiglie monoreddito con più figli, pensionati. Sempre più giovani e sempre più donne, soprattutto tra gli immigrati. L 80% ha tra i 20 e i 60 anni (gran parte tra i 30 e i 40 anni); il 54% costituito da donne. Sono numerosi i celibi e nubili (33%), ma è consistente la quota di coniugati (46,5%): Più del 15% sono senza fissa dimora, il51% vive con dei familiari, il 27, 2% con dei conoscenti, il21,5% vive da solo. Il 62,& degli utenti delle Caritas diocesane non sono italiani e di questi circa il 40% è senza permesso di soggiorno :indice del riproporsi in termini significativi del fenomeno degli irregolari.
Ma le povertà aumentano e si rimescolano, assumendo spesso volti nuovi che si affiancano ai vecchi: persone e famiglie intere con minori opportunità economiche, e senza possibilità di accedere a determinati servizi, oppure vittime delle conseguenze psico-sociali della flessibilità del lavoro, della depressione e dellAlzheimer, delle dipendenze senza sostanze, come gioco dazzardo, telefonini, shopping compulsivo. Proprio di questi nuovi volti si occupa Vuoti a perdere, il Rapporto 2004 su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta che contiene anche i risultati della prima indagine sul rapporto tra povertà delle famiglie italiane e accesso ai servizi sanitari, frutto di unintensa collaborazione con la Federazione Italiana dei medici di medicina generale. Per saperne di più sul Rapporto, riportiamo nel link il testo della Conferenza Stampa tenuta dalla Caritas Italiana il 22 ottobre.
Fonte: Caritas Italiana
Approfondimenti