Sono intervenuti Sabina De Luca, capodipartimento Dps, Mario Vella del Dps, Carla Carlucci, Uver, Paolo Emilio Signorini del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, Teresa Battista, di Rete Ferroviaria Italiana e Giuseppe Mele di Confindustria.
Il rapporto analizza i tempi di realizzazione di oltre 35.000 opere pubbliche il cui valore economico complessivo è pari a circa 100 miliardi di euro. Il numero delle opere prese in esame è più che raddoppiato rispetto alle 17.000 – per 67 miliardi di euro – della precedente edizione del 2011.
Il dato che emerge con maggiore evidenza è l’eccessiva lunghezza del cosiddetto “tempo di attraversamento”, cioè del tempo necessario per passare da una fase procedurale alla successiva, per esempio dalla fine della progettazione preliminare all’avvio di quella definitiva o dalla progettazione esecutiva all’aggiudicazione della gara. Questi passaggi burocratici incidono in media per il 42% del tempo complessivo per la realizzazione di un’opera pubblica (circa 2 anni rispetto ai 4,5 anni totali) il che conferma l’esistenza di importanti margini per la riduzione dei tempi di attuazione delle opere.
Secondo quanto emerge, negli ultimi tre anni i tempi di realizzazione delle opere sono in generale aumentati passando da 4,4 a 4,5 anni. L’aumento però non è omogeneo e cresce al crescere dell’importo complessivo delle opere, arrivando a pesare per circa il 30% in più negli interventi dal costo maggiore, cioè quelli d’importo superiore ai 100 milioni di euro, i cui tempi di realizzazione sono passati da 11,1 a 14,6 anni.
“Occorre disciplina – ha sottolineato Delrio commentando il rapporto – tempi morti così lunghi sono inaccettabili. Quello dei tempi di realizzazione delle opere pubbliche è un tema legato alla democrazia, alla credibilità delle istituzioni, alla cultura della rendicontazione ai cittadini di ciò che si fa, al controllo sociale e civico. Da questo punto di vista l’Italia è un Paese che deve applicarsi di più, quindici o vent’anni per un’opera strategica sono troppi. I tempi morti sono nelle fasi di passaggio, per questo la semplificazione è la chiave di tutto. Fare un codice degli appalti semplificato è l’impegno che il governo ha preso per arrivare a risultati migliori. Dobbiamo allinearci alle normative europee – ha spiegato il Sottosegretario – ed eliminare tutte le regolamentazioni aggiuntive che complicano e rendono più lenta la realizzazione delle opere. Poi tutte le pubbliche amministrazioni devono applicarsi ed essere in grado di avere dei buoni progetti”.
I dati impiegati per la realizzazione del rapporto sono relativi agli interventi delle Politiche di Coesione, cioè alle opere realizzate con i Fondi Strutturali 2007-2013 e quelle finanziate dal 1999 dalla politica di coesione nazionale. Dal rapporto emerge anche il collegamento diretto tra il valore economico degli interventi e i loro tempi di realizzazione. Le opere d’importo inferiore ai 100 mila euro vengono completate mediamente in 2,9 anni, mentre per quelle d’importo tra i 50 e i 100 milioni sono necessari in media 11,6 anni.
Differenze sostanziali emergono anche a seconda della natura degli investimenti. Le durate più brevi, con 3,7 anni di media, si riscontrano nell’edilizia, la viabilità e le strade si attestano sui 5,2 anni, gli interventi per risorse idriche sui 5,4 anni e gli altri trasporti, che comprendono gli interventi di tipo ferroviario e aeroportuale, hanno i tempi più lunghi con 6,8 anni.