Rapporto annuale ISTAT sulla situazione del Paese.

Nella Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio, il Presidente dell’ISTAT, Prof. Enrico Giovannini, ha illustrato, il 26 maggio scorso, alla presenza del presidente della Camera Gianfranco Fini, la sintesi della diciottesima edizione del Rapporto annuale sulla situazione del Paese che fotografa l’Itali della crisi. I più colpiti: giovani, donne e stranieri. Solo i risparmi delle famiglie, sempre più deboli, hanno evitato drammi peggiori.

Il volume di quasi 400 pagine fornisce in quattro capitoli un quadro organico di come la crisi economica del 2008-2009, la più grave del dopoguerra, abbia influito sul sistema produttivo e sulle famiglie italiane, nonché un’analisi delle condizioni che influiscono sullo sviluppo a lungo termine del Paese, nell’ottica della Strategia Europa 2020, di prossima definizione.

“Se il biennio 2008-2009 –ha detto il presidente dell’Istat – è stato straordinariamente difficile per l’economia mondiale e il sistema economico italiano, il 2010, avviatosi sotto il segno di un ripresa della produzione e degli scambi internazionali, presenta ancora forti rischi di instabilità. In Italia la caduta del prodotto è stata molto accentuata e più forte di quella registrata negli altri Paesi industrializzati. Il PIL è tornato ai livelli dell’inizio degli anni Duemila”

Il presidente Giovanninik si è poi soffermato sulle conseguenze negative della crisi per l’occupazione e i redditi spiegando che “nel marzo 2010, il numero di occupato è inferiore di oltre 800mila unità rispetto al massimo di marzo 2008 e vicino a quello registrato a fine 2005. Il tasso di disoccupazione e l’inattività sono cresciuti. Il reddito disponibile per le famiglie in termini reali, dopo essere aumentato molto lentamente negli anni Duemila, è diminuito per due anni consecutivi. Il reddito disponibile pro capite è oggi inferiore di circa 360 euro rispetto a quello del 2000. In questo scenario recessivo, tuttavia, il rallentamento dell’è inflazione e la discesa dei tassi d’interesse hanno contribuito a rendere meno difficile la quadratura dei bilanci familiari. Le famiglie italiane hanno ridotto la propensione al risparmio, che ha raggiunto i li velli minimi dagli anni Novanta”.

“Alla vigilia dell’adozione della nuova Strategia Europa 2020 –ha detto Giovannini – è necessario comprendere come orientare le risorse disponi bili al fine di creare le condizioni economiche, sociali e ambientali che determinano la qualità della vita di un Paese. La solidità di ampi segmenti
Del sistema produttivo e della posizione patrimoniale di tante famiglie non possono far dimenticare le fragilità che la crisi dell’ultimo biennio ha confermato o accentuato”.

Poi, il Presidente dell’Istat ha riepilogato questi aspetti critici: le caratteristiche dimensionali e di posizionamento settoriale delle imprese industriali e dei servizi, nonché la loro scarsa propensione alla ricerca e all’innovazione; la presenza di due milioni di giovani che non studiano e non lavorano, nonché un tasso di disoccupazione giovanile salito a quasi il 25%; la bassa quota di investimenti pubblici e il ritardo infrastrutturale di cui offre il Paese; le debolezze del sistema formativo delle giovani generazioni e degli adulti, il quale non solo non fornisce le competenze necessarie per svolgere le attività richieste dalla società della conoscenza, ma conserva le disuguaglianze sociali di partenza; il sottoutilizzo delle risorse femminili; il sottoinquadramento sul posto di lavoro che interessa oltre quattro milioni di persone e configura uno spreco di capitale umano inaccettabile; un miglioramento dell’efficienza energetica e ecologica che non procede ai ritmi necessari per assicurare la sostenibilità ambientale.

“Le tendenze demografiche in atto – ha sostenuto infine il Prof. Giovannini – imporranno alle prossime generazioni in età attiva, cioè ai giovani di oggi, un impegno straordinario e difficilissimo. Da essi dipenderà il nostro futuro. Aiutare il Paese a preparare gli anni a venire è altrettanto importante quanto gestire le emergenze attuali. Tra i due obiettivi non c’è contraddizione. La sostenibilità economica, sociale e ambientale si costruisce oggi, facendo scelte di investimento e di impiego delle risorse disponibili coerenti con una visione a lungo termine del progresso della nostra società.

(LG-FF)

Fonte: ISTAT

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