REACH: il Parere del Comitato economico e sociale europeo

In tema di legislazione europea sulle sostanze chimiche, il Comitato economico e sociale ha adottato, in data 13 luglio 2005, il Parere sul REACH, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE C 294/38 del 25 novembre 2005.

Prima ancora che il Parlamento europeo desse via libera all’approvazione della Relazione dell’On.Guido Sacconi sulla proposta di regolamento del REACH, l’Ufficio di Presidenza del Comitato economico e sociale europeo, già nel dicembre 2004, fu incaricato di elaborare un Parere sul tema REACH-Legislazione in materia di sostanze chimiche. Il C.E.S.E: , in data 13 luglio 2005, nel corso della 419° sessione plenaria, ha adottato il Parere – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE C 294/38 del 25 novembre 2005 – con 52 voti favorevoli, 2 voti contrari e 2 astensioni.
Partendo dalla premessa che un ampio dibattito ha coinvolto le istituzioni europee, le autorità nazionali, l’industria chimica e non chimica, le organizzazioni sindacali e molte ONG A seguito della pubblicazione della proposta di regolamento che istituisce un’Agenzia europea e stabilisce la procedura per la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione della sostanze chimiche (REACH), il Comitato economico e sociale europeo si richiama ad un precedente parere del Comitato stesso per sottolineare che una serie di interessanti dibattiti hanno trovato riscontro nel dibattito Secondo il Comitato fra le indicazioni raccolte sono emerse tre esigenze:
-una serie di studi ulteriori per valutare le conseguenze dell’applicazione della proposta in alcuni settori industriali, le dimensioni e le conseguenze dell’eventuale uscita dal mercato di sostanze critiche, la costituzione di potenziati strategici per la sperimentazione di progetti pilota di implementazione, l’impatto sui nuovi Stati membri;
-la necessità di procedere ad una semplificazione degli impegni richiesti alle imprese e ad una riduzione dei costi per evitare perdite di competitività o delocalizzazione delle imprese, pur senza attaccare l’obiettivo prioritario di tutelare di tutelare la salute e l’ambiente;
-l’opportunità di un ruolo potenziato e meglio articolato dell’Agenzia , con un’adeguata rappresentanza di tutti gli attori coinvolti.
Nel Parere, il Comitato economico e sociale riporta anche il giudizio, naturalmente negativo, che è stato espresso dalla società di consulenza KMPG come Business Impact Case Study (presentato il 28 aprile 2005) secondo cui:
-non è sufficientemente dimostrato che sostanze prodotte o importate in quantità maggiori siano soggette ad un possibile ritiro dal mercato nel quadro del sistema di registrazione REACH. Le sostanze prodotte o importate in quantità minori(sotto le 100 tonnellate) rischiano maggiormente di perdere in parte o totalmente la loro redditività con l’applicazione del sistema REACH. Delle 152 sostanze esaminate in dettaglio, soltanto 10 sembrano correre il rischio di essere ritirate dal mercato, perché esse hanno perso o visto scemare la capacità di generare profitto. Inoltre, sempre secondo quanto riferito al Comitato dalla KPMG – evidentemente trasformata in portavoce degli interessi corporativi della grande industria chimica europea – non sarebbe sufficientemente dimostrato che verranno ritirate dal mercato sostanze che rivestono per gli utilizzatori a valle una considerevole importanza tecnica.Tali sostanze saranno registrate, talvolta, nonostante la loro vulnerabilità commerciale.
Il Comitato riferisce nel Parere anche di due studi condotti nell’ambito del Memorandum di intenti tra la Commissione e UNICE-CEFIC (l’associazione europea delle industrie chimiche) che hanno portato ad una migliore comprensione delle problematiche di specifici settori industriali. Tali ulteriori studi di impatto hanno dimostrato che alcuni timori espressi inizialmente erano eccessivi.
Il Comitato tiene, comunque, a precisare che le valutazioni di impatto si sono finora concentrate essenzialmente sui costi e sulla fattibilità del Sistema REACH.

Fonte: Eur-Lex

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