Presentata dalla Commissione delle Comunità europee con il comunicato COM(2004)115 definitivo del 19 febbraio 2004.
La disparità tra donne e uomini è un fenomeno multidimensionale che deve venir affrontato tramite un insieme comprensivo di misure strategiche. La difficoltà consiste nell’ attuare strategie che promuovano le pari opportunità tra donne e uomini nell’ istruzione, l’ occupazione, la carriera, lo spirito imprenditoriale, la parità di remunerazione a parità di lavoro, la migliore ripartizione delle responsabilità familiari, la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale e l’ eliminazione della violenza verso le donne. E’ partendo da questi presupposti che si sviluppa la Relazione sulla parità tra uomini e donne 2004, presentata con il documento COM(2004) 115 definitivo, del 19 febbraio 2004, dalla Commissione europea al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo ed al Comitato delle Regioni. Si legge nell’ introduzione al Documento che la parità tra uomini e donne è stato uno dei principi fondamentali dell’ Unione europea fin dal suo inizio. Negli ultimi decenni la legislazione sulla parità tra i sessi è venuta a formare un quadro giuridico coerente ed è ormai una parte ben consolidata dell’ acquis comunitario, che gli Stati membri vecchi e nuovi devono rispettare, ed ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nel promuovere la partecipazione in condizioni d’ eguaglianza nel mercato del lavoro; ha inoltre avuto un influsso considerevole e continuato sul quadro per le pari opportunità negli Stati membri.La presente relazione fornisce un quadro d’ insieme sui progressi realizzati fino ad ora per quanto riguarda la situazione delle donne e degli uomini nei principali settori strategici ed analizza le principali sfide per la promozione ulteriore della parità tra i sessi. Fra i mutamenti radicali che si sono verificati negli ultimi anni, la relazione mette in evidenza, ad esempio, il fatto che le donne sono più numerose degli uomini nell’ istruzione secondaria superiore e nell’ istruzione superiore nella maggior parte degli Stati membri e dei Paesi in via d’ adesione e rappresentano la maggioranza di diplomati nell’ Unione Europea ( 55%). Sebbene i divari tra generi nell’ accesso all’ istruzione convergano, la scelta dell’ indirizzo degli studi avviene ancora in base agli stereotipi tradizionali; nel 2001 la media comunitaria delle donne laureate era il 36% in scienze, matematica e informatica e il 21% in ingegneria, edilizia e costruzione, il che, trasferito nel mercato dell’ occupazione, contribuisce al persistere della segregazione tra i sessi. Infatti, il divario tra donne e uomini nell’ occupazione resta molto alto (17,2 punti percentuali). L’ appello che la Relazione rivolge agli Stati membri è che le parti sociali devono affrontare il problema della segregazione dei sessi in modo concreto e globale, prestando particolare attenzione alla lotta contro la tendenza a diminuire i salari nelle professioni e nei settori nei quali il numero delle donne è in aumento.
Fonte: Commissione Europea
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