Lo smaltimento dei diversi materiali provenienti dal crollo degli edifici è stato un problema rilevante in tutti i terremoti precedenti, sia nella individuazione di aree di conferimento che per l’infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione delle macerie, per questo la soluzione migliore consiste oggi nel recupero differenziato e nel riutilizzo dei materiali per gli usi compatibili, attraverso macchinari utilizzati direttamente sul posto e capaci di produrre inerti, mattoni e altri materiali necessari per la ricostruzione. Una prospettiva questa, che richiede la predisposizione di bandi e accordi con imprese e Enti Locali, anche per favorire l’utilizzo di materiali provenienti dal riciclo, come previsto dalle Direttive europee e dal nuovo Codice degli appalti.
Per garantire la sicurezza degli edifici occorre un cambiamento nella progettazione, che coinvolga cantieri e materiali, a partire dal calcestruzzo e la predisposizione di controlli regolari e obbligatori sulla qualità del patrimonio edilizio che tenga insieme gli obiettivi di sicurezza statica e il miglioramento delle prestazioni energetiche affinché i nuovi edifici siano realmente adeguati alle esigenze delle persone che li abiteranno.
“E’ fondamentale – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni – dare oggi un forte segnale di discontinuità rispetto al passato. Le immagini degli edifici crollati nel sisma del 24 agosto hanno evidenziato l’inadeguatezza degli edifici, per la qualità dei materiali e per errori nelle tecniche costruttive che in alcuni casi hanno aggravato le conseguenze del terremoto. Bisogna allora intervenire da subito per indirizzare correttamente le operazioni di ricostruzione promuovendo la cultura dei controlli regolari del patrimonio edilizio esistente nell’interesse delle famiglie che torneranno ad abitare nei paesi colpiti ma anche di tutti i cittadini del Belpaese”.