Riduzione dei rischi per le sostanze cadmio e ossido di cadmio

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE C 149/6 del 14-6-2008 è pubblicata la Comunicazione della Commissione 2008-C 149-08 relativa ai risultati della valutazione dei rischi e alle strategie per la riduzione dei rischi delle seguenti sostanze: cadmio o ossido di cadmio.

Come previsto dal regolamento(CEE) n. 793/93 del Consiglio, del 23 marzo 1993, relativo alla valutazione e al controllo dei rischi presentati dalle sostanze esistenti che, fra l’altro, prevede la comunicazione dei dati, la definizione di priorità, la valutazione dei rischi e, ove necessario, l’elaborazione di strategie per limitare i rischi delle sostanze esistenti, le sostanze cadmio e ossido di cadmio sono state inserite tra le sostanze prioritarie da sottoporre a valutazione ai sensi del regolamento(CE) n. 143/97 della Commissione, relativo al terzo elenco di sostanze prioritarie.
Sulla base delle informazioni disponibili, la valutazione dei rischi ha stabilito che, nell’Unione europea, il cadmio viene usato principalmente per la produzione di batterie al nichel-cadmio, ma anche come materiale di partenza in un’ampia gamma di altri composti (in particolare modo pigmenti e stabilizzatori). La sostanza è utilizzata anche nei rivestimenti e nel trattamento delle superfici (cadmiatura) e come componente di leghe. Il cadmio può essere presente anche come impurità e può verificarsi esposizione durante diverse attività che prevedano l ‘uso di materiali ferrosi e non ferrosi (ad esempio processi di fonderia e di rifusione) Negli scenari professionali la produzione o utilizzo di cadmio, i lavoratori possono essere esposti, soprattutto per inalazione, a polveri di cadmio metallico e/o a fumi di ossido di cadmio prodotti durante il riscaldamento del metallo. Può verificarsi esposizione cutanea durante la manipolazione di polveri di cadmio metallico o durante le operazioni di manutenzione.
Per la popolazione generale, non impiegata professionalmente nell’industria del cadmio, l’assorbimento della sostanza (in generale, non specificatamente cadmio metallico) si verifica principalmente attraverso l’inserimento di cibo contaminato. Il fumo (di tabacco) è un’ulteriore fonte importante di esposizione al cadmio per inalazione.
Come si legge nella Comunicazione della Commissione, l’esposizione ambientale al cadmio è calcolata sulla base di tutte le emissioni antropiche attualmente note, ossia il cadmio emesso dai produttori e dai trasformatori di cadmio/ossido di cadmio e quello presente in fonti diffuse, come l’uso di fertilizzanti, la produzione di acciaio, la combustione di petrolio e carbone, il traffico, l’incenerimento dei rifiuti, le discariche, ecc. La valutazione dell’esposizione locale è basata sulle emissioni di cadmio/ossido di cadmio da siti di produzione e trasformazione della sostanza e comprende la concentrazione ambientale regionale prevista. La valutazione dell’esposizione regionale e continentale è basata su tutte le emissioni antropiche di cadmio, comprese quelle diffuse, e riflette le concentrazioni raggiunte dopo 60 anni di emissioni diffuse. Le concentrazioni effettive della sostanza nell’ambiente (concentrazioni ambiente) comprendono inoltre il fondo naturale (cadmio di origine geologica o derivante da processi naturali) e il cadmio aggiunto all’ambiente dall’uomo nel passato (inquinamento storico).

(LG-SP)

Fonte: Eur-Lex

Approfondimenti

Precedente

Prossimo