Riformata l’ ANPA: la nuova Agenzia si chiamerà APAT ( Agenzia per la protezione del territorio e del mare)

La decisione del Consiglio dei Ministri del 2 agosto 2002 resa nota con un Comunicato stampa del Ministero dell’ambiente e tutela del territorio

Il Ministero dell’ ambiente e tutela del territorio, con un Comunicato stampa diffuso tramite il proprio sito web, rende noto che il Consiglio dei Ministri del 2 agosto 2002 ha approvato lo Statuto della nuova Agenzia che sostituirà l’ ANPA. La nuova Agenzia si chiamerà APAT ( Agenzia per la protezione del territorio e del mare) e avrà un’ organico di circa 1400 addetti. Secondo il Ministro dell’ ambiente, Altero Matteoli, prevede che la nuova struttura ” sarà un’ agile strumento di organizzazione…che contribuirà alla realizzazione dell’ autonomia gestionale, regolamentare, organizzativa, finanziaria e scientifica che la legge ha voluto assicurare, senza tuttavia rinunciare ai generali poteri di indirizzo che competono al Ministro”. Ma il “blitz” – come è stato definito dalle organizzazioni ambientaliste e dall’ opposizione di centrosinistra – che ha portato a rivoluzionare l’ ANPA è avvenuto proprio nel momento in cui si stà per aprire la Conferenza di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile. E, si sottolinea, appare molto significativo il fatto che la ” riforma dell’ Agenzia” coincida con le posizioni di alcuni esponenti governativi, ” sempre più allineati alle posizioni del Presidente americano Bush che non ha firmato il Protocollo di Kyoto, seppure ratificato dal governo italiano”. Infatti, risultano incomprensibili le ragioni, strettamente politiche, per le quali il Ministro Matteoli nell’ organizzare la nuova Agenzia si sia “preoccupato” innanzitutto di silurare Gianni Silvestrini, responsabile del Servizio inquinamento atmosferico e rischio industriale della ex ANPA, da tutti riconosciuto come un valido e noto esperto della materia che fu nominato dall’ ex Ministro Edo Ronchi e che, guarda caso, si è trovato spesso in contrasto con l’ attuale Ministro di Alleanza nazionale in merito alle ricerca sill’ energia eolica e solare. E’ pur vero che con la nomina a Ministro dell’ ambiente di Altero Matteoli l’ ANPA ha perduto strada facendo molti studiosi e tecnici competenti, come Renato Grimaldi, direttore generale difesa del mare e Maria Rosa Vittadini, direttore generale impatto ambientale, entrambe dimessisi perché ormai si ritenevano in una posizione di ” incompatibilità” con la linea di politica ambientale portata avanti dal Ministro della coalizione berlusconiana. Da sottolineare, inoltre, che lo stesso Ministro, con il nuovo assetto ministeriale e agenziale, varato il 2 agosto 2002, ha cancellato quattro direzioni generali, non rinnovando la nomina di Aldo Cappiello, responsabile della difesa del suolo, Francesco La Camera, capo del Dipartimento sviluppo sostenibile, Maurizio Pernice del servizio bonifiche e, come abbiamo già riferito, Gianni Silvestri, responsabile del Servizio inquinamento atmosferico. Il Ministero sarà quindi costituito da sei direzioni generali a capo delle quali risultano confermati: Bruno Agricola, direttore del servizio valutazione impatto ambientale e che, molto probabilmente, avrà anche l’ interim alla difesa del suolo e al Servizio inquinamento atmosferico e rumore; Sergio Basile, capo del personale e degli affari generali; Corrado Clini, responsabile della protezione internazionale dell’ ambiente e della direzione sviluppo sostenibile, Aldo Cosentino, confermato alla conservazione della natura con interim alla difesa del mare, Gianfranco Mascazzini che rimane alla tutela delle acque con l’ interim per i rifiuti e le bonifiche. Come ha dichiarato Francesco Ferrante di Legambiente questo ” è un segnale assolutamente negativo in quanto si è scelto di fare un passo indietro, riconfermando solo vecchi personaggi e cacciando quelli nominati dalla precedente gestione di centrosinistra. Ma, secondo il Ministro Matteoli, la sostituzione dell’ ANPA in APAT ” il dicastero sarà affiancato da un’ agenzia agile e forte, un vero e proprio braccio operativo che potrà elaborare standard e metodologie omogenee sul territorio e che diventerà un supporto delle nostre politiche ambientali”.

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