Rischio siccità, i dati dell’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche

Le temperature miti del mese in corso stanno assottigliando il già scarso manto nevoso nelle regioni alpine, secondo il CNR il quantitativo di neve caduta da inizio anno sulle Alpi è inferiore ai valori medi del decennio 2011-2021. In Lombardia le precipitazioni nevose, pur superiori a quelle dello scorso anno, si attestano attorno al 59% della media storica e sono più che dimezzate le riserve idriche (-52,7% sulla media de periodo), ormai ai livelli di un anno fa, allarmante poi la condizione del fiume Adda la cui portata continua costantemente a decrescere.

 

Secondo il C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche), una percentuale fra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti ad una siccità severa od estrema: questo è solo uno dei dati eclatanti, che disegnano un Paese in grave difficoltà idrica, riportati dal report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che settimanalmente registra il peggiorare di una situazione, che appare irrimediabilmente compromessa anche a fronte di prossime e comunque auspicate precipitazioni; non solo: l’assenza di pioggia a febbraio torna a fare intravvedere lo spettro della siccità anche lungo le zone tirreniche dell’Italia centrale.

“Dati alla mano è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata. E’ la dimostrazione del clamoroso errore, che fa chi ritiene la siccità un problema prettamente agricolo, pur essendo il settore primario e la sovranità alimentare, i primi ad esserne minacciati” commenta Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.

“Settimana dopo settimana si aggrava la situazione idrica in un Paese, penalizzato dall’assenza di infrastrutture capaci di contrastare le conseguenze della crisi climatica – evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Accade così che al Sud si sia costretti a rilasciare in mare quantitativi d’acqua, esuberanti le capacità degli invasi e che al Nord si capitalizzi solo una piccola parte del già iniziato scioglimento delle nevi. Questo, non solo di fronte alle immagini di autobotti già in azione nel Piemonte, ma ad allarmanti segnali provenienti da altre zone d’Europa: dalla Francia, dove si è alla vigilia del razionamento idrico in alcune zone del Paese, alla Gran Bretagna, dove è già iniziato il contingentamento negli acquisti di alcuni prodotti agricoli, quali peperoni, pomodori e lattuga. Se vogliamo limitare le pesanti conseguenze, che la situazione climatica sta disegnando per l’Italia dobbiamo attrezzarci subito a gestire al meglio una situazione d’emergenza, coordinando le inevitabili scelte nel rispetto delle priorità di legge; poi, assieme alla costante ricerca ed all’applicazione di soluzioni per l’ottimizzazione d’uso delle risorse idriche, è necessario dare il via ad interventi per aumentare le riserve d’acqua: dall’efficientamento delle opere esistenti alla realizzazione di nuovi bacini multifunzionali, come previsto dal Piano Laghetti, proposto da ANBI e Coldiretti”.

Fonte: ANBI

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