A questo proposito, gli enti regionali e locali devono svolgere un ruolo chiave nella lotta contro i cambiamenti climatici, soprattutto in quanto sono proprio i soggetti che più spesso si fanno carico dei costi economici e sociali che ne derivano.
Viene ribadito che la crisi economica non deve essere un pretesto per ridurre gli sforzi ma, al contrario, unoccasione per intensificare lazione di lotta ai cambiamenti climatici. La crisi economica si legge nel documento infatti dovrebbe essere vista come unopportunità per rafforzare le competenze tecniche e sviluppare attività per affrontare i cambiamenti climatici, ponendo laccento sul fatto che molti enti regionali e locali stanno già contribuendo in maniera significativa al successo delle iniziative europee nel campo della politica energetica e climatica, oltre a svolgere un ruolo cruciale nellattuazione delle rispettive politiche attraverso interventi sul fronte dei trasporti pubblici, dellinfrastruttura stradale e di quella energetica, delledilizia, dellassetto del territorio, dellefficienza energetica e della comunicazione con i cittadini.
Riferendosi ai prossimi passi internazionali sul clima, viene sottolineata la necessità che il Comitato delle Regioni sia rappresentato, come espressione della voce degli enti regionali e locali europei, nella delegazione UE alla Conferenza delle parti (COP 15) nellambito della Convenzione quadro dellONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che si terrà nel dicembre 2009 a Copenaghen.
Inoltre, invita la Commissione europea e gli Stati membri ad applicare il principio di sussidiarietà nellelaborazione e negoziazione di nuove politiche su questioni relative al cambiamento climatico suscettibili di esercitare un impatto significativo sugli enti regionali e locali e sui loro cittadini, nonché ad assicurare lassegnazione di risorse finanziarie e umane sufficienti quando vengono ripartite le responsabilità ai vari e diversi livelli ed accoglie con favore limpegno dellUE a sostegno di una sinergia di sforzi destinati allattenuazione dei cambiamenti climatici e alladattamento a tale fenomeno in conformità dellAgenda di Lisbona e degli accordi di Goteborg, ma auspica che la nuova strategia di Lisbona post 2010 si allontani dalla configurazione attuale, in cui sono in atto tre processi paralleli e si orienti verso un unico quadro di sviluppo che comprenda lazione dellUnione europea in ambito sociale, economico e ambientale.
(LG-FF)