Sanità: Sacconi difende il “ministero unico” del welfare

Tra le priorità valorizzare le politiche di prevenzione e razionalizzare le risorse nel campo della ricerca e dell’innovazione. Piena attuazione del federalismo fiscale, che interesserà la spesa sanitaria e opererà non solo attraverso deterrenti quali l’innalzamento della pressione fiscale a livello locale.

Il 5 Giugno Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali Maurizio Sacconi ha tenuto la prima audizione presso la Commissione Igiene e sanità del Senato sugli indirizzi programmatici del Dicastero.
All’Audizione ha partecipato anche il Sottosegretario di Stato del Dicastero Ferruccio Fazio.
Il Ministro Sacconi ha parlato in primo luogo dell’utilità di una direzione politica unitaria delle amministrazioni precedentemente ricondotte a Ministeri diversi
, alla luce di una rinnovata concezione del modello di tutela sociale, inteso quale Welfare delle opportunità, finalizzato a prevenire l’emergere di situazioni di bisogno, dotato del carattere di universalità ma non disgiunto da una opportuna personalizzazione e selezione degli interventi. Altro rilevante fattore a favore dell’unicità della direzione politica è costituito dall’esigenza di un necessario intervento nell’ambito della composizione della spesa sociale attraverso misure volte a riequilibrare l’allocazione delle risorse, con particolare riferimento alla spesa previdenziale, ritenuta eccessiva rispetto alle altre componenti.
L’attuazione di un compiuto processo di federalismo fiscale pone la necessità di assicurare un più efficace controllo della spesa, attraverso l’istituzione di una “cabina di regia” nazionale che operi in stretta collaborazione con le Regioni, avvalendosi di strumenti di monitoraggio sia di tipo qualitativo – con particolare riferimento ai livelli essenziali di assistenza (LEA) e alle liste d’attesa – sia di tipo quantitativo sulle dinamiche dei costi.

Dopo essersi soffermato sulla profonda lacerazione tra Nord e Sud del Paese in termini di qualità complessiva delle prestazioni sanitarie, il Ministro ha sottolineato come la piena attuazione del federalismo fiscale interesserà la spesa sanitaria e opererà non solo attraverso deterrenti quali l’innalzamento della pressione fiscale a livello locale – peraltro sul solco delle misure delineate dal cosiddetto “Patto per la salute” – ma anche prefigurando ulteriori meccanismi sanzionatori, quale il commissariamento delle amministrazioni regionali, cui potrebbe – ha aggiunto – affiancarsi un’ipotesi di conseguente ineleggibilità.
Tra le priorità del Dicastero vi è quella di valorizzare maggiormente le politiche di prevenzione, nonché di razionalizzare le risorse nel campo della ricerca e dell’innovazione, in accordo con il Ministero dell’istruzione, università e ricerca.
Dopo aver riepilogato gli esiti finora conseguiti dalla Commissione d’indagine ministeriale sull’AIFA, assicura l’impegno del Dicastero a valorizzare e ridefinire i compiti dell’Istituto superiore di sanità e a riconsiderare il rapporto tra pubblico e privato, sia sul lato dell’offerta dei servizi sanitari (attraverso i sistemi di tariffazione orientati a standard qualitativi), che su quello della domanda (attraverso forme di autorganizzazione della domanda medesima).
In tema di medicina generale e farmacie, auspica un incremento qualitativo della convenzione e una valorizzazione del loro ruolo di presidio socio-sanitario sul territorio.
Dichiara di non condividere le politiche di deregolazione nelle modalità di distribuzione dei farmaci, che richiederebbero semmai interventi migliorativi. In conclusione, sottolinea l’esigenza di un costante monitoraggio della legge n. 194 del 1978, sull’interruzione volontaria di gravidanza, al fine di garantire la sua completa applicazione e preannuncia l’adozione di misure correttive delle nuove linee guida adottate dal precedente Ministro della salute in materia di procreazione medicalmente assistita.

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