Scambio delle emissioni di C02: pubblicata la prima verifica di conformità

Il 15 maggio scorso, la Commissione europea ha presentato il primo rapporto sulle quote di emissioni climatizzanti dal quale risulterebbe che il 99% degli impianti industriali ha rispettato gli obblighi previsti, anche se – come hanno dichiarato le associazioni ambientaliste – il sistema non funziona. L’Italia bocciata dall’Europa su tutti i fronti.

La Commissione europea ha pubblicato il 15 maggio scorso i dati relativi alle emissioni di anidride carbonica (CO2) ed il cui rapporto riportiamo nella lingua originale (inglese) nel link. Allo stato di conformità di più di 9400 impianti industriali di 21 Stati membri che rientrano nel sistema di scambio delle emissioni all’interno del programma di attuazione del Protocollo di Kyoto. Per quattro Stati membri – Cipro, Lussemburgo, Malta e Polonia – i dati sulle emissioni non sono stati ancora resi noti, dal momento che i registri di emissioni non sono operativi.
Secondo il Presidente di Legambiente, sullo Schema di emissioni (ETS) dell’Unione europea e le sue strutture , appare evidente nel rapporto presentato dalla Commissione per l’anno 2005 una differenza sostanziale tra le quote di CO2 assegnate e le emissioni reali comunicate.Se gli impianti dichiarano emissioni più basse di quelle assegnate, acquisteranno meno titoli. E il conto che non verrà pagato dalle aziende, perché in regola sulla carta, sarà pagato da tutti noi perché rei di non aver rispettato gli obiettivi di Kyoto.Secondo il Presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, “un meccanismo che ha causato, peraltro, il crollo del prezzo: oggi una tonnellata di emissioni di anidride carbonica si paga circa 5 euro, mentre nel 2005 si arrivava ai 20 euro. I governi europei sono responsabili di permettere alle loro imprese di produrre quanta CO2 vogliono. Hanno palesemente ignorato lo scopo dell’emission trading e ne hanno abusato messi sotto pressione dalle industrie inquinanti”.
Per quanto riguarda l’Italia, è stata bocciata su tutti i fronti.Ha sforato le quote concesse ed è maglia nera per impianti fuori dai limiti. In proposito ci permettiamo consigliare la lettura dell’articolo di Gabriele Ventura che ha pubblicato sul quotidiano “Italia Oggi” di martedì 16 maggio scorso.
L’Italia oggi supera del 18% i livelli di emissione del 1990 e in base a Kyoto dovrebbe ridurli del 6,5% entro il 2012.
Entro il 30 giugno 2006 tutti i paesi devono presentare i nuovi piani di allocazione delle emissioni, per il periodo 2008-2012. E’in dispensabile che la Commissione europea respinga i PNA che non presenteranno tetti di emissione “ambiziosi”.

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