Sea Care, un progetto di ricerca sui rischi per la salute correlati ad ambiente e clima nella visione Planetary Health

Il mare ha un ruolo centrale nell’equilibrio dell’ecosistema e ha importanti effetti anche sulla salute e il benessere dell’uomo. Il recente convegno “Mare e salute” ha consentito di approfondire le connessioni tra gli oceani e il benessere della collettività e di presentare anche i primi dati ottenuti dal progetto di ricerca “Sea Care” sui rischi per la salute correlati ad ambiente e clima nella visione Planetary Health, il primo al mondo di questa portata e con questa metodologia.

 

Il mare sta male, soffocato dall’impatto delle attività umane, in termini di inquinamento diretto o di effetti come i cambiamenti climatici, e i segni del passaggio dell’uomo sono ormai ubiquitari, dal Mediterraneo alle acque del Polo Nord. A fare la diagnosi, sono stati gli esperti riuniti nel convegno “Mare e salute”, che si è appena tenuto all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) con la partecipazione di istituzioni, enti di ricerca e terzo settore impegnati nella prevenzione sanitaria e nella protezione degli ambienti acquatici e marini. Dalla salute degli oceani, avvertono gli esperti, dipende strettamente anche quella del resto del pianeta e dell’uomo, una prospettiva di “Planetary Health” su cui insistono anche gli ultimi trattati approvati dall’ONU sull’argomento, e la cooperazione scientifica e le partnership istituzionali rappresentano la strategia di elezione per produrre conoscenze ed elaborare strategie.

Il convegno è stato l’occasione per presentare i dati di diversi progetti interistituzionali a difesa del mare, fra questi “Sea Care” frutto della partnership fra ISS, Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA), Marina Militare e alcune Università.
Il progetto di ricerca sui rischi per la salute correlati ad ambiente e clima nella visione Planetary Health, il primo al mondo di questa portata e con questa metodologia, ha una durata di tre anni e si realizza attraverso un sistema strutturato di monitoraggio che raccoglie campioni e effettua misure e analisi lungo le rotte ordinarie di unità navali della Marina Militare in mare aperto, su acque territoriali e internazionali, al fine di raccogliere dati sullo stato di salute del mare.
Tra gli obiettivi principali del progetto, in linea con l’approccio “one-water” for “one-health”, c’è la creazione di un partenariato stabile e di un approccio metodologico uniforme e sostenibile per superare i limiti delle attuali analisi sito-specifiche sugli ambienti marini, spesso condotte con metodi disomogenei e in aree confinate e restituire un quadro complessivo della contaminazione dei mari e di come ciò impatti sulla salute umana, anche in relazione ai cambiamenti climatici.

Durante il convegno sono stati presentati anche i primi dati ottenuti dalle analisi sui campionamenti, che hanno suggerito alcune osservazioni preliminari. Il progetto è una efficace palestra per lo sviluppo della Public Health Intelligence, curata dal gruppo di malattie infettive di ISS.
Il modello unico e originale di sinergia istituzionale che caratterizza il progetto Sea Care, in via di introduzione negli impegni della Water Agenda ONU 2030 a seguito della recente Conferenza Mondiale sull’acqua di New York 2023, sta raccogliendo un crescente interesse internazionale quale approccio sostenibile in grado di garantire campionamenti e misure estensive e prolungate. Di fronte a sfide globali senza precedenti sul fronte ambientale-climatico in ambienti di straordinaria estensione e complessità quali gli oceano, l’approccio proposto è in grado di fornire fotografie straordinariamente estese, omogenee e sinottiche degli impatti delle azioni umane sugli ambienti marini, con prospettive di sviluppo di indicatori armonizzati di impatto antropico, anche per misurare gli effetti della attesa transizione verde sul mare e quindi sulla salute umana.

Fonte: ISS

Vai alla notizia completa…

Precedente

Prossimo