Siamo nulla buona strada: positiva la relazione sui progressi UE per gli obiettivi di Kyoto.

L’Unione europea è sulla buona strada per rispettare gli impegni assunti nell’ambito del protocollo di Kyoto al fine di ridurre o limitare di gas serra: questo è ciò che risulta dalla relazione annuale della Commissione europea sui progressi realizzati in materia.

Dalle ultime proiezioni inviate dagli Stati membri emerge che l’UE – 15 riuscirà a conseguire l’obiettivo di riduzione previsto (-8%). Degli altri dodici Stati membri dell’UE,dieci hanno inoltre contratto impegni individuali nell’ambito del protocollo,che dovrebbero portare a una riduzione delle emissioni di tali Paesi del 6%-8% rispetto al livello dell’anno di riferimento.

Tale risultato sarà con seguito grazie a una combinazione di politiche e di misure già adottate,all’acquisto di crediti di emissione derivanti da progetti realizzati in Paesi terzi,all’acquisizione di quote e di crediti nell’ambito del sistema UE di scambio delle quote di emissione (sistema ETS comunitario) e alle attività silvicole che assorbono carbonio dall’atmosfera.

Secondo il Commissario all’ambiente Stavros Dimas,”queste proiezioni confermano ulteriormente la posizione preminente dell’UE per quanto riguarda il rispetto degli impegni internazionali nella lotta ai cambiamenti climatici.I dati dimostrano che l’UE-15 è ben posizionata per conseguire l’obiettivo di Kyoto fissato per il periodo 2008-2012. Inoltre,con il pacchetto sul clima ed energia che l’UE ha adottato all’inizio dell’anno abbiamo già messo in atto le misure principali che serviranno a ridurre ulteriormente le nostre emissioni di almeno il 20% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020.Nessun’altra regione del mondo ha fatto altrettanto. Ma il 20% non è sufficiente per impedire il verificarsi di cambiamenti climatici dalle conseguenze pericolose. Per questo l’UE si è impegnata ad abbattere le emissioni fino al 30% se,nel corso della conferenza di Copenhagen del prossimo dicembre,altri grandi paesi emettitori daranno un equo contributo alla conclusione di un accordo globale sul clima che punti ad obiettivi ambiziosi..

E’ fondamentale che i nostri partner del mondo industrializzato e le grandi economie emergenti facciano fronte alle proprie responsabilità”.
Sulll’argomento è intervenuta Legambiente,dichiarando che pur prendendo atto che l’Europa confermi la sua posizione negoziale sulla lotta ai cambiamenti climatici,il mancato accordo sulle cifre dell’impegno finanziario rischia di compromettere il raggiungimento di un accordo a Copenhagen. Il sostegno finanziario agli interventi di mitigazione ed adattamento nei Paesi in via di Sviluppo non è sufficiente a sbloccare l’attuale impasse negoziale,rischiando così di compromettere il raggiungimento di un ambizioso accordo. “La questione fondamentale per il successo del summit sul clima – ha detto Vittorio Cogliati Dezza,presidente nazionale di Legambiente – è ora la ripartizione degli oneri finanziari (almeno 100 miliardi di euro al 2020),tra i paesi industrializzati per aiutare i Paesi in via di Sviluppo ad affrontare l crisi climatica. Nessun accordo sarà possibile senza una concreta risposta dei paesi industrializzati alla richiesta di aiuti da parte dei paesi più poveri. In queste settimane che precedono l’appuntamento di Copenhagen è importante che l’Europa accolga la richiesta del Parlamento europeo di contribuire con almeno 30 miliardi di euro al 2020,in modo d sbloccare i negoziati e preparare la strada per il raggiungimento di un accordo globale in grado di fronteggiare la crisi climatica”.

(LG-FF)

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