Siccità, la “mappa della sete” in Italia disegnata da Coldiretti

La Coldiretti ha disegnato la prima mappa della sete di città e campagne da nord a sud dell’Italia. Uno scenario in continuo peggioramento con ondate di calore, falde sempre più basse e razionamenti dell’acqua dei rubinetti.

La grande sete assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti in case, orti e giardini, il Po in secca come mai negli ultimi 70 anni, i laghi svuotati e i campi arsi dove la siccità ha già provocato danni per due miliardi di euro. E’ il drammatico bilancio stilato dalla Coldiretti che ha disegnato la prima mappa della sete da nord a sud dell’Italia con il taglio dei raccolti in un momento in cui il Paese avrebbe bisogno di tutto il suo potenziale alimentare per fare fronte agli effetti sui prezzi della guerra in Ucraina.

Uno scenario rovente che peggiora con l’ondata di calore che porta le temperature sui 40 gradi con le falde sempre più basse mentre orti e giardini restano senz’acqua e in certi comuni viene razionata quella dei rubinetti.

Dalla Lombardia alla Sicilia, dal Piemonte al Molise, dal Veneto al Lazio, dalla Toscana alla Puglia la siccità stringe in una morsa i campi e i raccolti del 2022 in Italia. “In questo scenario di profonda crisi idrica è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha incontrato il Ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli e il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani.

La situazione è difficile lungo tutta la Penisola in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate che ha portato a cambiare anche le scelte di coltivazione con – evidenzia la Coldiretti – un calo stimato di diecimila ettari delle semine di riso. A preoccupare – precisa la Coldiretti – è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano che fa segnare quest’anno un calo del 15% delle rese alla raccolta ma in difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Con il picco del caldo da bollino arancione in molte città e la carenza idrica, rischia di aumentare la dipendenza dall’estero da dove arriva il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 47% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 44% del grano duro per la pasta e il 27% dell’orzo, secondo la Coldiretti.

Fonte: Coldiretti

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