ISPRA, presentato il “Rapporto Rifiuti Speciali” edizione 2022

Il Rapporto Rifiuti Speciali, giunto alla ventunesima edizione, fornisce un quadro puntuale e aggiornato sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi. Esamina oltre 60 indicatori elaborati a livello nazionale, di macroarea geografica e regionale, nonché per attività economica e per tipologia di rifiuto.

Il Rapporto Rifiuti Speciali, giunto alla sua ventunesima edizione,  è frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione dell’Ambiente. Il convegno di presentazione, del 23 giugno 2022, ha rappresentato un’occasione di confronto con i principali stakeholder per analizzare come il sistema di gestione dei rifiuti abbia reagito all’emergenza COVID-19.

Il Rapporto Rifiuti Speciali edizione 2022 presenta i dati, riferti all’anno 2020, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale (per la gestione anche a livello provinciale) e sull’import/export. Attraverso un efficace e completo sistema conoscitivo, fornisce un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato di supporto al legislatore per orientare politiche e interventi adeguati, per monitorarne l’efficacia, introducendo, se necessario, eventuali misure correttive.

Quasi 7 milioni di tonnellate in meno di rifiuti speciali sono state prodotte nel 2020, anno della pandemia e del lockdown, con un calo del 4,5% rispetto all’anno precedente. Nonostante il calo significativo nel 2020 (-5,2%, oltre 3,5 milioni di tonnellate) il settore delle costruzioni si conferma quello che produce più rifiuti speciali (45,1% del totale), seguito dalle attività di gestione dei rifiuti e di risanamento ambientale (26,3%) e dalle attività manifatturiere (18,2% circa 26,7 milioni di tonnellate).
A diminuire di più sono i rifiuti non pericolosi (-4,6%), che rappresentano il 93,3% del totale di quelli speciali, mentre quelli pericolosi calano di circa 300 mila tonnellate (-3%).
La produzione dei rifiuti speciali si concentra al Nord, dove il tessuto industriale è più sviluppato (56,9% del totale), soprattutto in Lombardia (21,6% di quelli prodotti a livello nazionale) e Veneto (11%). Qui è anche localizzata la metà dei 10.472 impianti, un quinto nella sola Lombardia (2106).
Pandemia da SARS-COV2 ed emergenza sanitaria hanno prodotto 232 mila tonnellate di rifiuti sanitari, la maggior parte pericolosi a rischio infettivo, con un incremento record del 16% nel 2020. Monitorati dal rapporto anche i flussi di rifiuti con maggiori ciriticità gestionali: amianto (Friuli Venezia Giulia la regione a produrne di più nel 2020), veicoli (-5,8% quelli trattatti) e pneumatici fuori uso (-1,6% rispetto al 2019), fanghi di depurazione urbani e industriali (costanti nel 2020), rifiuti da costruzione e demolizione (dei quali quasi il 78% è avviato a recupero).

Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2022
CAPITOLO 1 – PRODUZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI
CAPITOLO 2 – GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI
CAPITOLO 3 – MONITORAGGIO DI SPECIFICI FLUSSI DI RIFIUTI
APPENDICE 1 – DETTAGLIO PER MACROAREA GEOGRAFICA DEI DATI DI PRODUZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020
APPENDICE 2 – QUADRO REGIONALE DELLA PRODUZIONE E DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020
APPENDICE 3 – CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI DI COINCENERIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020
APPENDICE 4 – CENSIMENTO DEGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020
APPENDICE 5 – CENSIMENTO DELLE DISCARICHE DI RIFIUTI SPECIALI, ANNO 2020

Fonte: ISPRA

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