SICURAmente, recensione del libro “Se la colpa è di chi muore” di Fabrizio Ricci

Pubblichiamo la recensione di Michele Montresor, tecnico della prevenzione dell’ATS Val Padana, del libro di Fabrizio Ricci “Se la colpa è di chi muore”.

Se la colpa è di chi muore
Fabrizio Ricci

Ogni anno, in Italia, 1300 persone perdono la vita nei cantieri, nei campi e nelle officine. Giuseppe Coletti, Tullio Mottini, Vladimir Thode e Maurizio Manili sono quattro di loro: le ennesime vittime di un sistema incapace di fermare quelle ininterrotte stragi a cui si dà il nome, ipocrita, di “incidenti sul lavoro”.
A differenza di tutti gli altri operai caduti, però, Coletti, Mottini, Thode e Manili sono stati uccisi due volte. Prima il 25 novembre del 2006, nell’ esplosione dei silos a cui lavoravano nello stabilimento della Umbria Olii di Campello sul Clitunno. Poi di nuovo quando Giorgio del Papa, amministratore delegato dell’azienda Umbra, ha avanzato al tribunale civile di Spoleto una richiesta di risarcimento pari a 35 milioni di euro ai familiari delle vittime. Secondo la Umbra Umbria Olii, dunque, la colpa è di chi muore.
Il libro di Fabrizio Ricci ricostruisce con grande forza narrativa le grammatiche sequenze del disastro di Campello sul Clitunno e il paradossale dipanarsi delle vicende giudiziarie che ne sono seguite. Il risultato è un testo capace di fare chiarezza su una realtà scomoda è spesso negata chi incidenti non sono la tragica fatalità ma una sanguinosa conseguenza della legislazione italiana sulla sicurezza sul lavoro e in modo particolare delle modifiche apportate dal governo Berlusconi al Testo Unico emanato nel 2008 da Prodi. In questo modo mentre gli obblighi e le sanzioni a carico degli Imprenditori sono state notevolmente ammorbidite, di lavoro si continua a morire. Se la colpa è di chi muore spiega finalmente come e perché.

Fonte: Associazione Ambiente e Lavoro

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