Spreco alimentare, l’associazione Terra! presenta il rapporto “Siamo alla frutta”

Si moltiplicano le iniziative contro lo spreco di cibo, ma Il dossier “Siamo alla frutta” dell’associazione Terra! spiega i meccanismi, le norme europee, le scelte della grande distribuzione organizzata e dei consumatori  che determinano il fatto che una parte significativa dell’enorme produzione mondiale non possa accedere al mercato del fresco, perché ogni frutto deve rispondere a standard di commercializzazione e a severe norme europee, che non tengono conto dei tempi e della variabilità della natura e, soprattutto, degli effetti della crisi climatica sul comparto. Un cibo bello infatti non è sempre buono per l’ambiente e l’agricoltura.

La produzione di frutta e verdura rappresenta uno dei più importanti settori dell’agricoltura europea. Eppure la prassi di commercializzare prodotti esteticamente perfetti sta mettendo in ginocchio il settore, che non riesce più a produrli a causa dei cambiamenti climatici che ne modificano sempre più spesso forma e dimensioni. Con il rapporto “Siamo alla frutta”, l’associazione Terra! denuncia l’insostenibilità dei meccanismi normativi e delle pratiche della grande distribuzione, che portano nelle nostre case prodotti sempre più standardizzati, e rivolge alle istituzioni e alla grande distribuzione organizzata (GDO) la richiesta di intervenire con modifiche urgenti.

La GDO, l’Unione Europea e la miopia delle istituzioni nazionali influenzano le nostre abitudini alimentari attraverso scelte di mercato e rigide norme. E mentre lo fanno, firmano la condanna a morte dell’intero comparto agricolo, già alle prese con il cambiamento climatico, causando la perdita di migliaia di ettari di terre coltivate. Si va dalla produzione di pere in Emilia-Romagna, che negli ultimi 15 anni ha visto calare le superfici di 6.000 ettari, alle arance di Sicilia, coltivate oggi su appena 82.000 ettari rispetto ai 107.000 di vent’anni fa. E poi il kiwi, la cui produzione a livello nazionale ha registrato dal 2014 al 2019 un calo di quasi 100.000 tonnellate, a causa di una malattia che sembra propagagarsi, secondo alcuni studi, proprio per l’aumento delle temperature.

Come si è arrivati a questo punto? Il dossier indaga l’impatto di regole di commercializzazione e sistemi di mercato sull’agricoltura, costretta a produrre frutta sempre esteticamente perfetta per riuscire a venderla ai supermercati. Un’impresa sempre più difficile a causa della crisi climatica, che rende la produzione irregolare e i prodotti meno omogenei per forma e dimensione. “Siamo alla frutta” accende un faro su questo fenomeno distorsivo, che provoca un calo del reddito degli agricoltori.

Il tutto mentre il 2021 è stato dichiarato dall’Assemblea Generale dell’ONU l’Anno internazionale della frutta e della verdura, con il duplice obiettivo di aumentare la consapevolezza dei consumatori sui benefici del consumo di frutta e verdura e “indirizzare la politica alla riduzione delle perdite e degli sprechi di questi prodotti”. Ciò che spesso si dimentica, tuttavia, quando si affronta il tema dello spreco, è che a varcare la soglia dei supermercati sono solo i frutti più belli, lucidi e rotondi. Una parte significativa dell’enorme produzione mondiale non può accedere al mercato del fresco, perché ogni frutto deve rispondere a standard di commercializzazione e a severe norme europee, che non tengono conto dei tempi e della variabilità della natura e, soprattutto, degli effetti della crisi climatica sul comparto.

Il rapporto, scritto da Fabio Ciconte, Direttore dell’associazione Terra!, e dal giornalista Stefano Liberti, è frutto di un’inchiesta sul campo che analizza gli impatti sull’agricoltura della tendenza a commercializzare prodotti esteticamente perfetti, selezionati geneticamente, coltivati, raccolti, passati al vaglio delle macchine calibratrici. E lo fa soffermandosi su quattro frutti simbolo della crisi che sta vivendo il comparto in Italia: le pere, le arance, i kiwi e le mele. Attraverso un’analisi comparativa di queste filiere, “Siamo alla frutta” fa emergere le principali problematiche e indica alcune proposte politiche a tutti gli attori coinvolti.

Siamo alla frutta
SOMMARIO
Introduzione
LE CIFRE DEL TRACOLLO
La pericoltura, già fiore all’occhiello dell’Emilia-Romagna
Le arance di Sicilia, tante ma troppo piccole
Il kiwi, la moria di una coltivazione pionieristica
Le mele, la filiera che funziona
DAL CALIBRO ALLA BUCCIA LUCIDA L’OSSESSIONE DELLA PERFEZIONE
SE GLI AGRICOLTORI NON RIESCONO A FARE SISTEMA
LE CAMPAGNE DI RECUPERO DEI FRUTTI “BRUTTI”
LA CONCORRENZA DELLA FRUTTA STRANIERA
Conclusioni

Fonte: Terra!

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