Strategia comunitaria per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro (2002-2006)

La Risoluzione del Consiglio dell’ Unione europea del 3 giugno 2002

Il Consiglio dell’ Unione europea, vista anche la comunicazione della Commissione dell’ 11 marzo 2002 intitolata ” Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della società: una nuova strategia comunitaria per la salute e la sicurezza (2002-2006), che costituisce uno degli obiettivi previsti nell’ Agenda sociale europea e considerando che l’applicazione della legislazione in materia non ha ancora dato i risultati previsti (il numero in assoluto degli infortuni rimane elevato e, in alcuni settori, addirittura registra un aumento), ha ritenuto opportuno adottare, al fine di porre rimedio a questa grave situazione, la Risoluzione del Consiglio del 3 giugno 2002, pubblicata sulla G.U.C.E. C 161/1 del 5 luglio 2002.
Per conseguire l’obiettivo di un continuo miglioramento del benessere sul luogo di lavoro, i soggetti interessati – si legge nella Risoluzione – devono perseguire svariati obiettivi, tra cui:
– definire degli obiettivi quantificabili per la riduzione degli infortuni e delle malattie professionali;
– una maggiore prevenzione delle malattie professionali, specialmente le malattie che continuano a colpire gran parte dei lavoratori europei, ad esempio malattie provocate dall’ impiego di sostanze pericolose quali l’ amianto, la perdita dell’ udito e i disturbi muscoloscheletrici;
– tenere conto dei rischi sociali, come lo stress e le molestie sul lavoro (mobbing);
– la necessità di prendere in considerazione i cambiamenti avvenuti nella composizione della popolazione attiva, in conseguenza dell’ingresso massiccio delle donne nel mercato del lavoro, dell’ invecchiamento della popolazione attiva, dell’ evoluzione demografica, della situazione dei lavoratori disabili, delle diversità etniche e culturali nelle imprese e della loro incidenza ai fini della valutazione e prevenzione dei rischi di infortuni e di malattie, ecc..
A tale scopo occorre quindi:
– promuovere la cultura della prevenzione già dalle prime fasi dell’ istruzione e mantenere una formazione professionale continua, condotta con regolarità e adattata al lavoro quotidiano;
– sensibilizzare circa il valore della reintegrazione nel lavoro delle persone disabili;
– procedere all’ identificazione e all’ analisi dei rischi basata su una raccolta sistematica di informazioni e pareri scientifici;
– migliorare la comprensione dei fattori umani e dei comportamenti per tradurre per tradurre più efficacemente nelle azioni pratiche la conoscenza dei rischi e della prevenzione;
– promuovere lo scambio di informazioni sulle buone prassi tra gli Stati membri;
– integrare la salute e la sicurezza sul lavoro nella gestione delle imprese e nelle altre attività che comportano un approccio sistematico del benessere sul lavoro.
Nella Risoluzione, il Consiglio dell’ Unione europea invita gli Stati membri a definire e attuare politiche di prevenzione coordinate, coerenti e adattate alle realtà nazionali fissando in questo contesto obiettivi misurabili a livello di risoluzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, soprattutto nei settori di attività nei quali i tassi di incidenza sono superiori alla media. In particolare, il Consiglio attraverso questa Risoluzione sollecita una migliore applicazione della legislazione in vigore, in particolare mediante un controllo e una sorveglianza più efficaci dell’ applicazione, mettendo a disposizione delle imprese, soprattutto delle piccole e medie imprese, consulenza e assistenza adeguate, come pure migliorando la formazione circa la prevenzione dei rischi professionali e adottando misure specifiche per ridurre gli infortuni e le malattie professionali nei settori ad alto rischio.
Insomma, promuovere la creazione di una vera e propria cultura della prevenzione, integrando i principi fondamentali della prevenzione sul lavoro nei programmi educativi e nelle azioni di formazione professionale permanente.

Fonte: Eur-Lex

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