Strutture per anziani: movimentazione degli ospiti e rischio biologico

Uno studio svolto dal Dipartimento prevenzione della ASL n. 10 di Firenze di cui riportiamo il testo nel link.

Riteniamo utile riportare nel link lo studio, realizzato da un gruppo di esperti del Dipartimento di prevenzione dell’ Azienda U.S.L. 10 di Firenze, dalla quale dipende il più grande complesso ospedaliero della Toscana, cioè quello di Careggi, sulla ” Movimentazione manuale degli ospiti a rischio biologico nelle strutture assistenziali per anziani: orientamenti per la prevenzione”. Come sottolineato nella Introduzione, il rischio da movimentazione manuale degli ospiti e quello biologico rappresentano i due problemi di igiene occupazionale più rilevanti per le strutture che prestano assistenza agli anziani, specie se totalmente o parzialmente non autosufficienti. Scrivono gli autori che, “come Unità Funzionali di PISLL e ISP della zona Sud-Est e Zona Mugello della ASL 10 di Firenze, abbiamo voluto sperimentare un modello conoscitivo e propositivo allo scopo di attivare un canale di confronto e collaborazione con le direzioni aziendali, con i rappresentanti dei lavoratori, con i medici competenti di queste realtà lavorative, per affrontare insieme i temi suddetti ed elaborare indicazioni mirate per omogeneizzare le procedure all’ interno delle strutture appartenenti al territorio di nostra pertinenza. Per conoscere meglio il contesto lavorativo, oggetto della nostra ricerca, nel corso del 2002-2003 sono state coinvolte 25 strutture presenti sul territorio delle due zone presso le quali operano 421 addetti all’ assistenza degli anziani, sono stati inviati alle direzioni aziendali dei questionari ad hoc la cui compilazione, insieme alla lettura del documento di valutazione dei rischi, ci ha permesso di acquisire informazioni essenziali riguardanti la dimensione e la composizione della popolazione lavorativa e di quella assistita, la tipologia e l’ entità delle prestazioni, gli ambienti, gli arredi, gli spazi disponibili, gli ausili, l’ effettuazione o meno della formazione e la verifica periodica della stessa, il protocollo sanitario dei dipendenti, i dispositivi di prevenzione utilizzati, l’ adozione di procedure interne, il controllo sugli impianti. Tali dati sono stati poi verificati attraverso l’ effettuazione di sopralluoghi a campioni, portati in discussione con gli attori del processo preventivo (RLS, datori di lavoro, medici competenti) e riportati in una relazione preliminare e diffusa a tutti i soggetti interessati”. Il risultato, ottimo, è quello che sottoponiamo all’ attenzione dei nostri Utenti.

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