Studio del rischio biologico occupazionale

Il Dipartimento di Medicina del Lavoro dell’ISPESL in collaborazione con Il Centro Ricerche di Monteporzio Catone(RM) ha pubblicato uno studio dal titolo “Necessità di migliorare la qualità dei risultati di laboratorio nello studio del rischio biologico occupazionale”.

I ricercatori M.C.D’Ovidio, S.Signorini e S.Iavicoli, nel riassumere le finalità di questo studio, dichiarano che :
“Nell’ambito della medicina del lavoro, la medicina di laboratorio fornisce un contributo essenziale non solo per la valutazione del rischio da esposizione ai vari fattori am,biennali, biologici, chimici e fisici ma anche per la gestione dell’idoneità lavorativa.
A tale scopo è fondamentale che l’efficacia delle misure finalizzate alla tutela della salute e all’individuazione di interventi basati in parte o totalmente sulle determinazioni di laboratorio, sia accompagnata da risultati analitici affidabili e a loro volta documentati anche attraverso l’attuazione di controlli di qualità interni ed esterni.
Negli ultimi anni si è assistito ad un più recente e per certi versi innovativo interesse per l’esposizione occupazionale agli agenti biologici. Benché in tale ambito siano ampiamente utilizzati i metodi immunoenzimatici, la standardizzazione e i controlli di qualità spesso sono assenti.
Anche per le indagini molecolari, ampiamente utilizzate nella medicina occupazionale, dovrebbero essere promossi sistemi di controllo di qualità adeguati.
La medicina del lavoro – al pari della medicina di laboratorio – dovrebbe mettere in atto dei programmi di “Assicurazione della Qualità” rivolti non soltanto allo studio delle diverse infezioni occupazionali, ma anche all’m utilizzo di diverse metodologie di laboratorio, comprendendo metodologie immunochimiche, cellulari, molecolari e cosiddette…omiche quali proteomica, gnomica, transcriptomica, ecc. E’necessario che l’attuazione di tali programmi miri a favorire l’integrazione tra le varie figure professionali coinvolte, al fine di garantire maggiore comprensione, trasparenza e affidabilità dei risultati analitici”.

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