Sviluppo rurale 2007 – 2013: la ripartizione dei fondi fra gli Stati membri europei

Nella Comunicazione pervenutaci dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea si sottolinea che l’Italia potrà contare su 8,9 miliardi di euro di fondi europei per lo sviluppo delle campagne.

Dal comunicato che riportiamo nel link si apprende che la Commissione europea ha fissato il bilancio annuale dello sviluppo rurale per i 25 Stati membri durante il periodo 2007 – 2013. Una decisione che fa seguito all’accordo raggiunto dal Consiglio europeo sulle prospettive finanziarie nel dicembre 2005. Sono 69,75 miliardi di euro le risorse destinate allo sviluppo rurale, comprese quelle a favore di Romania e Bulgaria. Se si aggiungono le somme trasferite dagli aiuti diretti per gli agricoltori nell’ambito della cosiddetta “modulazione”, nonché altri storni approvati (dai settori dello zucchero e del tabacco), il finanziamento sale complessivamente a 77, 66 miliardi di euro.
Nell’ambito di tali finanziamenti comunitari, l’Italia potrà contare su 8,29 miliardi di euro di fondi europei per lo sviluppo delle campagne.
Va sottolineato che con la riforma della politica agricola comune è aumentata notevolmente l’importanza del ruolo dello sviluppo rurale nell’aiutare le zone rurali a far fronte alle sfide economiche e socio – ambientali del XXI secolo. Le zone rurali occupano il 90% del territorio dell’Unione europea allargata e il nuovo regolamento amplia le possibilità di ricorso ai finanziamenti dello sviluppo rurale per promuovere la crescita e creare posti di lavoro nelle zone rurali – in linea con la Strategia di Lisbona – e per migliorare la sostenibilità – in linea con gli obiettivi di sostenibilità fissati a Goteborg.
La futura politica di sviluppo rurale 2007 – 2013 si incentrerà su tre settori di attività, in linea con i tre assi tematici tracciati dal nuovo regolamento sullo sviluppo rurale: miglioramento delle competitività dell’attività agricola e silvicola; ambiente e paesaggio rurale; miglioramento della qualità della vita e diversificazione dell’economia rurale. Un quarto asse denominato “Leader”, basato sull’esperienza delle iniziative comunitarie Leader apre nuove possibilità di approcci locali allo sviluppo rurale che si muovono dal basso verso l’alto.

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