Thyssen, chiesti 16 anni per l’ad Herald Espenhahn

Il reato ipotizzato, per la prima volta in un caso di incidente sul lavoro, è omicidio volontario con dolo eventuale. Chiesti 13 anni e 6 mesi per gli altri quattro dirigenti. La madre di una delle vittime si è alzata in aula e ha detto: “Ergastolo, ci vuole l’ergastolo”

(Sintesi Fonte La Repubblica – 14 dicembre 2010)

Thyssen, chiesti 16 anni per l’ad Herald Espenhahn.

Il reato ipotizzato, per la prima volta in un caso di incidente sul lavoro, è omicidio volontario con dolo eventuale.

Il pm Raffaele Guariniello ha poi chiesto la condanna:
– a 13 anni e 6 mesi per i quattro dirigenti (Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri),
– a 9 anni per un quinto, Daniele Moroni.
Questi rispondevano di omicidio colposo.

“La richiesta di pena avanzata per Harald Espenhahn è esagerata e assurda perché frutto di una impostazione giuridica sbagliata”: così Ezio Audisio legale dell’ad della Thyssen commenta la richiesta. “Noi riteniamo – ha aggiunto Audisio – che il fatto doloso non sia per nulla sussistente e che in ragione dell’organizzazione dell’azienda e delle deleghe conferite l’ad aveva attribuito alla gestione locale responsabilità attinenti alla gestione dello stabilimento e quindi anche con riferimento ad eventuali profili colposi non riteniamo sia lui destinatario di questi profili”.

“La pena chiesta è troppo bassa.
Spero che i giudici l’aumentino.
Gli imputati devono pagare per sette vite”. Lo ha detto Grazia Rodinò, la mamma di Rosario, uno dei sette operai uccisi nell’incendio alla Thyssenkrupp.
In aula, dopo la richiesta del pm, la signora ha urlato “ergastolo, ci vuole l’ergastolo”.

Anche per la società Thyssenkrupp, chiamata in causa come persona giuridica, ci sono state delle richieste di pena da parte del pm Raffaele Guariniello:
– sanzione pecuniaria di un milione e mezzo di euro
– esclusione da agevolazioni e sussidi nonché la revoca di quelli in corso
– divieto di pubblicizzare i propri prodotti per un anno.
Un’altra sanzione è la pubblicazione per intero della sentenza su grandi giornali di risonanza internazionale.

(Sintesi Fonte La Repubblica – 14 dicembre 2010)

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