I Governi ha detto sono chiamati a una pronta, forte azione per sostenere leconomia. I margini per una politica anticiclica di bilancio vanno varati con decisione sui meccanismi di fondo della spesa, assicurando in modo credibile la sostenibilità delle finanze pubbliche nel lungo e lunghissimo tempo.
Il Governatore Draghi, pensando al lungo periodo, alla ricostruzione della fiducia per ricominciare a crescere, ha rivolto lo sguardo in avanti, ricordando che almeno 2 milioni e 400 mila lavoratori rimangono fuori, questanno, dal mondo del lavoro. Precari, atipici, dipendenti a termini: erano quasi tre milioni a fine 2008.
In 12 mesi ne resteranno in attività poco più di mezzo milione. Questa è la prima emergenza: serve un nuovo welfare ancora tutto da disegnare. Il Governatore di Bankitalia parte da qui nel suo intervento al Forex di Milano. La tradizionale Assemblea degli operatori finanziari si tiene in un clima surreale, con una finanza impazzita, ormai esangue dopo i continui tonfi di Borsa.Il sistema tra la sfiducia degli operatori finanziari, il sistema bancario italiano cerca una bussola. E Draghi gliela indica: trasparenza nei rapporti con la clientela e nei bilanci.
Ma Draghi non si è sottratto ad analizzare puntigliosamente lemergenza sociale, dichiarando che occorre Tutelare le fasce più deboli. Il lavoro è a rischio. I partner europei hanno varato misure tra il 3% del Pil (Germania) e lo 0,75% (Francia). LItalia si ferma a mezzo punto (circa 7,5 miliardi) di spesa. Cè prudenza, osserva il Governatore, per via delle dimensioni del debito pubblico. Ma la questione non stà solo nella quantità. Gli Stati devono sostenere il consumo delle fasce più deboli e rafforzare la capacità di crescita delleconomia.
Bene lestensione degli ammortizzatori sociali alle categorie fin qui scoperte. Ma resta urgente una riforma organica, che copra linsieme dei lavoratori tutelandoli dal rischio disoccupazione.Quanto alle imprese, il governatore spinge per unaccelerazione dei pagamenti dei crediti che essi vantano nei confronti della pubblica amministrazione, arrivati ormai a quasi 40 miliardi. Passando alla finanza, Draghi fornisce subito stime da brivido. Ammonterebbero a 2.200 miliardi di dollari le perdite globali degli intermediari. Fino a 5 mesi fa le stime si fermavano a 1.400 miliardi: la crescita è tumultuosa. Quelle già evidenziate in bilancio sono arrivate a 800 miliardi di dollari.
E chiaro che il bisogno di capitale non può essere riattivato solo dagli interventi pubblici. Bisogna riattivare il mercato dei capitali privati. Ecco perché è decisivo ristabilire la fiducia.
(LG-FF)