UE, automobilisti: via libera alla riscossione multe all’estero

Via libera dall’Europarlamento oggi alla nuova direttiva Ue che rende possibile il perseguimento di quegli automobilisti che commettono infrazioni stradali all’estero, grazie allo scambio dei dati tra le polizie europee.
Stop, quindi, all’impunita’ per eccesso di velocita’, guida sotto l’effetto di alcol o droga, mancato uso delle cinture di sicurezza, casco e mancato rispetto dei semafori rossi, utilizzo di corsie riservate e di cellulari mentre si e’ al volante.

Via libera dall’Europarlamento oggi alla nuova direttiva Ue che rende possibile il perseguimento di quegli automobilisti che commettono infrazioni stradali all’estero, grazie allo scambio dei dati tra le polizie europee.

Stop, quindi, all’impunita’ di fatto di cui finora molti guidatori hanno goduto al di fuori del proprio paese nonostante fossero stati sanzionati per eccesso di velocita’, guida sotto l’effetto di alcol o droga, mancato uso delle cinture di sicurezza, casco e mancato rispetto dei semafori rossi, utilizzo di corsie riservate e di cellulari mentre si e’ al volante.

Con le nuove regole Ue approvate dall’Aula di Strasburgo, gli stati membri si impegnano a fornire alle autorita’ del paese in cui l’infrazione e’ stata rilevata le coordinate del conducente o del proprietario del veicolo incriminato, in modo da avviare i procedimenti giudiziari. La polizia stradale del paese in cui l’automobilista non ha rispettato il codice stradale potra’ cosi’ inviare al trasgressore una raccomandata personale per comunicare l’infrazione e informarlo della sanzione, dei possibili ricorsi e delle conseguenze legali.

Multa e modalita’ di recupero sono stabilite in base alla normativa del paese in cui il reato e’ stato commesso. La direttiva Ue dovra’ ora essere adottata all’unanimita’ dal Consiglio Ue, ed entrera’ in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue. Gli Stati membri avranno a partire da allora due anni per mettere in atto le nuove regole, con l’eccezione di Irlanda, Regno Unito e Danimarca, che per il momento si sono chiamate fuori dal sistema.

(Red)

Fonte: Vita

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