Nella Nota IP/10/249 del 9 marzo 2010, la Commissione europea annuncia di aver presentato le prime proposte di legge per il diritto dei cittadini a un processo equo.
In premessa alla Nota del 9 marzo 2010, la Commissione europea si richiama ad alcuni episodi avvenuti in alcuni Stati membri dellUnione quali,ad esempio quello di un turista italiano coinvolto in un incidente stradale in Svezia che non può conferire con un avvocato che parli la sua lingua; di un cittadino polacco indagato in Francia che non vengono tradotti gli elementi a suo carico: sono solo alcuni degli ostacoli che possono inaspettatamente insorgere e condurre a errori giudiziari nei procedimenti di altri Paesi dellUE.
La Commissione europea ha proposto, il 9 marzo, una misura legislativa che aiuterà i cittadini a far valere il diritto a un processo equo ovunque nellUnione, anche quando non conoscono la lingua del procedimento. Gli Stati membri avranno infatti lobbligo dio fornire agli indagati servizi completi di interpretazione e di traduzione. E questa la prima di una serie di misure volte a definire norme comuni nelle cause penali. Il nuovo trattato di Lisbona conferisce allUnione il potere di adottare misure per rafforzare i diritti dei cittadini conformemente alla Carta dei diritti fondamentali dellUnione europea.
(LG-FF)
Fonte: Commissione europea
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