Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha pubblicato dei dati che rivelano un netto incremento in Europa di batteri Gram negativi multi resistenti, resistenti agli antibiotici di ultima linea utilizzati per trattare le infezioni associate alle cure sanitarie.
Il Commissario europeo per la Salute Tonio Borg, ha dichiarato: “Sono profondamente preoccupato per il fatto che gli antibiotici, che in precedenza ci hanno consentito di curare infezioni batteriche mortali e di salvare molte vite, stanno ormai diventando sempre meno efficaci. La Commissione resta pienamente fedele al suo piano d’azione, che intente perseguire in modo coordinato per far fronte alla resistenza antimicrobica negli esseri umani e negli animali”.
L’UE ha investito, infatti, circa 800 milioni di euro nella ricerca sulla resistenza antimicrobica, anche avviando l’iniziativa in materia di medicinali innovativi. La Commissione sta intensificando la lotta contro la resistenza antimicrobica mediante il finanziamento di 15 nuovi progetti di ricerca per un contributo totale pari a 91 milioni di euro e l’adozione di norme armonizzate in materia di raccolta di dati sulla resistenza antimicrobica connessa agli animali e agli alimenti.
Tali progetti, ai quali prendono parte circa 44 piccole e medie imprese nonché università e altri organismi di ricerca, consentiranno lo sviluppo di nuovi agenti antimicrobici o di cure alternative come batteriofagi e vaccini. Essi affronteranno inoltre la resistenza agli antibiotici all’interno della filiera alimentare ed analizzeranno le nanotecnologie che potrebbero fornire medicinali antimicrobici.
Per prevenire le infezioni microbiche e la loro propagazione, nel maggio di quest’anno la Commissione ha adottato una proposta relativa a un’unica normativa globale in materia di sanità animale, incentrata sulla prevenzione delle malattie, che ridurrebbe la necessità di ricorrere agli antibiotici. Per quanto concerne la salute umana i progetti in corso e le azioni cofinanziate dal programma per la salute sostengono l’attuazione della raccomandazione del Consiglio sulla sicurezza dei pazienti, comprese le infezioni associate alle cure sanitarie.
Un recente sondaggio speciale Eurobarometro sulla resistenza antimicrobica, rivela che il 35% dei cittadini UE e il 36% dei cittadini italiani ha consumato antibiotici negli ultimi 12 mesi. Soltanto il 22% dei cittadini UE e il 14% dei cittadini italiani ha risposto correttamente a quattro domande proposte, quindi sono in pochi ad essere davvero informati sull’argomento. Sono soprattutto i medici a informare i pazienti del fatto che assumere antibiotici non è sempre necessario.