UE, raggiunti gli obiettivi di graduale eliminazione delle sostanze che riducono lo strato di ozono

L’Unione europea ha raggiunto i suoi obiettivi sull’eliminazione graduale delle sostanze che riducono lo strato di ozono ai sensi del protocollo di Montreal. I dati in un rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente.

La relazione annuale dell’Agenzia europea per l’ambiente conferma che l’Unione europea ha continuato ad eliminare le sostanze che danneggiano lo strato di ozono, in linea con gli impegni assunti con il protocollo di Montreal.

Il rapporto “Ozone-depleting substances 2019” mostra che il consumo di tali sostanze, ampiamente utilizzate in refrigeranti, polimeri, prodotti farmaceutici e prodotti chimici agricoli, è rimasto negativo (-1 505 tonnellate) nel 2018; un numero maggiore di queste sono dunque state distrutte o esportate rispetto a quelle prodotte o importate, situazione in linea rispetto agli ultimi anni.

Fermare l’uso di sostanze che riducono lo strato di ozono è fondamentale per proteggere lo strato di ozono che svolge un’importante funzione nel proteggere la vita sulla Terra in quanto assorbe i raggi ultravioletti del sole, che possono rappresentare un pericolo per l’ambiente e la salute umana.

Il rapporto dell’Agenzia riporta i dati aggregati e aggiornati, comunicati dalle aziende europee che hanno l’obbligo di segnalare annualmente l’uso di tali sostanze, comprese le importazioni, esportazioni, produzione e distruzione.

Si ricorda che il protocollo di Montreal è entrato in vigore nel 1989 con l’obiettivo di proteggere lo strato di ozono eliminando gradualmente la produzione di sostanze che lo riducono. Il protocollo copre oltre 200 singole sostanze con un alto potenziale di riduzione dell’ozono, tra cui clorofluorocarburi (CFC), halon, tetracloruro di carbonio (CTC), 1,1,1-tricloroetano (TCA), idroclorofluorocarburi (HCFC), idrobromofluorocarburi (HBFC), bromoclorometano (BCM) e metilbromuro (MB), tutti denominati “sostanze controllate”.

Il protocollo è stato modificato nel 2016 per regolare gli idrofluorocarburi (HFC); utilizzati sin dagli inizi degli anni ’90 in alcune apparecchiature e applicazioni – come gli impianti di refrigerazione, di condizionamento d’aria e le pompe di calore – in sostituzione dei clorofluorocarburi e degli idroclorofluorocarburi, sono potenti gas serra e la loro produzione e consumo sono cresciuti in modo significativo negli ultimi decenni. Sia i paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo hanno assunto impegni obbligatori per ridurre la produzione e il consumo di HFC nei prossimi tre decenni.

All’interno dell’UE, le sostanze che riducono lo strato di ozono sono coperte dal Regolamento (CE) n. 1005/2009 (noto come regolamento ODS) che risulta più rigoroso delle norme del Protocollo di Montreal e comprende anche sostanze aggiuntive.

Fonte: ARPAT

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